venerdì 25 dicembre 2009

Storie di Astronomi: Johann Georg Palitzsch, una passione sfrenata per il cielo

E' il 1758, è il giorno di Natale. Il cielo della Sassonia promette bene quella sera ed un agricoltore di 35 anni prepara il suo telescopio per le sue osservazioni del cielo, uno strumento con una focale di circa 2,4 m tipo il nostro telescopio di Monteromano. Non passa molto tempo che una debole luce diffusa viene colta dagli occhi attenti di Joahnn: il suo cuore batte forte, sapeva cosa stava cercando. E' una cometa, ma non una cometa qualsiasi, è la cometa passata nel 1682, e ancor prima nel 1607 e così via nella storia, sempre ad intervalli di 76 anni. E' proprio la Cometa di Halley, quella che noi chiamiamo P/1, la prima cometa di cui noi abbiamo capito la periodicità, e che Johann Georg Palitzsch riusci a vedere per primo al suo ritorno predetto qualche anno prima da Sir Edmund Halley. (nella foto la cometa di Halley al passaggio del 1910)

Quando si dice la passione! Johann Georg Palitzsch era follemente innamorato dell'Astronomia, ma il padre (adottivo) non ne volle sapere delle sue richieste di studiare gli oggetti della sua passione: Johann doveva diventare un agricoltore, e così fu. Il ragazzo però continuò a studiare in segreto la disciplina che tanto amava, compresa la lingua del latino, anche se l'eredità della fattoria di famiglia gli assorbiva gran parte del suo tempo disponibile.
Johann Georg Palitzsch si dimostrò comunque osservatore attento, scopriì in modo indipendente addirittura la variabilità di Algol, anche se la natura variabile della Beta del Perseo era stata individuata dal Montani più di un secolo prima. Ma la cosa dimostra la grande cura con la quale Johann osservava il cielo.

Ma la sua immortalità rimarrà per sempre legata al ritorno della cometa di Halley! Nel 1705 il grande astronomo britannico aveva predetto per 1759 il ritorno di una grande cometa: Edmund Halley aveva compreso che il passaggio nella storia di varie cometa poteva essere in realtà il ritorno di uno stesso astro chiomato, che con periodo regolare veniva a fare visita alle zone più interne del sistema solare. Purtroppo Halley non potè vedere che aveva avuto ragione, l'astronomia spesso è severa, con i suoi lunghi tempi rispetto allo soffio di vita che ci è concesso. Però anche senza più Halley il mondo dell'astronomia era in attesa di questo ipotetico ritorno, e a Palizscth va il merito di essere stato pronto a cogliere questa grande opportunità. La cometa in effetti era in leggero anticipo rispetto alle previsioni di Hally, dato che l'astronomo britannico non aveva bene considerato alcune azioni di disturbo gravitazionale sulla cometa, indotte dal pianeta Giove.

In seguito Palitzsch fu chiamato alla corte del principe elettore di Sassonia per insegnare astronomia al giovane principe Federico Augusto III. Oltre l'astronomia, studiò con profitto la botanica, e contribuì all'introduzione della patata come alimento comune in Sassonia. Usò tra i primi anche i microscopi per gli studi biologici, e introdusse il parafulmine in Sassonia. Davvero una vita dedicata alla Scienza, disciplina che riuscì a coltivare nonostante le difficoltà iniziali. Lo ricordiamo oggi come uno dei pionieri dell'astronomia amatoriale, di cui ne condividiamo lo spirito e ne riconosciamo l'importanza per lo studio e la divulgazione del sapere scientifico nel mondo. (nella foto la cometa di Halley al suo ultimo passaggio, nel 1986)

4 commenti:

_ ha detto...

Veramente la Cometa di Natale del 2009 l'ho vista anch'io, non ricordo se il 24 o il 25 - ero sul terrazzo a nord di casa mia, e guardavo verso Trento, quando ho visto la lunghissima scia dorata - sono andata giù dai miei che mi hanno guardata allibiti, alla tv - nulla. La cosa strana è se guardi lo stellarium.org e metti le ccordinate, non c'è, tra il 23 e il 25, ,a è ben presente l'allineamento di quattro pianeti (sole, venere, mercurio, giove, luna, a metà questa) verso sud ovest - di poco sotto la direzione ovest. Non vorrei dire una sciocchezza, verso Haiti. T.L.G.

Enrico Montanari ha detto...

Buongiorno Tania,

quello che ha visto era probabilmente un bolide, e cioè una meteora e non una cometa. Una meteora è un fenomeno che accade in pochi secondi nelle parti alte della nostra atmosfera (dai 100 fino ai 50km di solito) quando un piccolo frammento di rocce, magari anche frammisto a metalli, chiamato genericamente meteoroide, comincia a "consumarsi" per l'attrito che si produce al contatto con le particelle d'aria: il nostro pianeta si muove a 110.000 km/h ed anche i meteoroidi possono avere velocità cospique, fino a 50 e rotti km al secondo. Lo "scontro" è quindi violento! Una cometa rimane invece in cielo per giorni, spostandosi molto più lentamente, questo perchè, pur essendo anche lei così veloce, si trova in genere a decine di milioni di chilometri di distanza, lontanissima dalla nostra atmosfera. Proprio in virtù delle distanze enormi che ci separano, anche gli influssi gravitazionali tra pianeti sono così piccoli da considerarsi trascurabili (gli effetti gravitazionali diminuiscono al quadrato della distanza!),almeno rispetto ai campi di forze che agiscono nei sistemi di faglia e che vanno poi a generare i terremoti. La tragedia di Haiti non ha provenienze celesti, ma è dipesa dai movimenti tettonici legati ai processi convettivi del mantello terrestre.

_ ha detto...

Grazie il tuo commento è ok, come del resto il sito - ultimamente vorrei vedere delle mostre sulle spedizioni come quella di Vega o quella italiana L.A. di Savoia nell'Antartide - quest'ultima fece tappa non ho capito se creando di fatto due toponimi a Capo Nord e Arcangelo sul Mar Bianco - l'iea che ho ricostruito, probabilmente con molta approssimazione e fantasia, è che la spedizione italiana oltre a voler tracciare un percorso per giungere all'asse corrispondente alla stella polare, volesse lasciare una traccia, coma una specie di svastica opposta, insooma corripondente al movimento terrestre. Tuttavia ecco come centrano i meteoriti e i terremoti. Immagino che causare un terremoto con un meteorite, comunque non sia una cosa tanto anomala, benché rara, e grazie della risposta - tuttavia, se le faglie fossero anche dei fenomeni di compensazione dell'attrito e i meteoriti andassero nella direzione in cui maggiormente rileviamo prorio quel tipo di tensione della crosta terrestre, allora vorrebbe dire che c'è una tendenza meccanica di resistenza, o simile ai fluidi, con vuoti e pieni. Perché le faglie sono quasi sempre orientate verticalmente?
Tania

detlef stapf ha detto...

Johann Georg Palitzsch on tour https://www.kulturreise-ideen.de/wissenschaft/personen-3/Tour-johann-georg-palitzsch.html