martedì 18 dicembre 2012

"Giove show" a Monteromano



Visto che si parla tanto di asteroidi, la curiosità di metterci alla prova e inquadrarne uno era molto alta. Consultando su Antares Notizie l’elenco che Roberto è sempre pronto ad aggiornare, il più indicato era Toutatis poiché aveva il rapporto grandezza/distanza molto favorevole, di conseguenza sarebbe stato uno dei più visibili. Fondamentale era eseguire un ottimo puntamento per far trovare la ‘retta via’ al telescopio da 500 mm: Betelgeuse, stella alfa (nonostante non sia attualmente la più luminosa in quanto variabile) della costellazione di Orione si prestava all’utilizzo e, vederla ben ferma e scintillante a 180 ingrandimenti lasciava intuire che le condizioni meteo in alta quota erano molto buone.
Immediatamente abbiamo direzionato il ‘grande occhio’ su di lui...il RE’ Giove, distante circa 700 milioni di km dalla terra: ebbene, l’assoluto dominatore dei cieli invernali (boreali), si presentava a noi in grandissima forma, regalandoci stupefacenti bande (ben definite) che caratterizzano la sua atmosfera... ma poi... in pochi secondi io, Alfredo e Diletta ci siamo resi conto di una presenza importante sul pianeta: la Grande Macchia Rossa regnava sovrana …sulla vista gioviana... uno spettacolo nello spettacolo!!!

Ingrandendo l’immagine, con gli oculari a disposizione dell’osservatorio (40mm la misura migliore), la sostanza non cambiava, Giove si mostrava sempre fermo , nitido e definito fin nei dettagli . . . . mostrandosi in tutta la sua affascinante presenza.
È poi iniziata la ricerca dell’asteroide sopra citato con l’aiuto di Diletta e del planetario che forniva una preziosa informazione: le coordinate celesti con cui reperire Toutatis. Dopo vari “ma no, le coordinate sono quelle!” e “dai che forse ci siamo vicini!” il morale era decisamente vicino al pavimento… Come capire se in mezzo a quelle stelle di debole luminosità c’era un ‘corpo estraneo’? Dal momento che la sua distanza da noi è 7 milioni di km (ricordiamo che la Luna dista da noi circa 18 volte meno) lo si può vedere “correre” in mezzo al cielo stellato anche nel breve periodo, nel giro di 5-10 minuti.
Purtroppo a nulla è servito controllare nelle vicinanze del punto suggerito dal planetario per trovare l’estraneo. La ricerca infruttuosa è terminata con una domanda: lo abbiamo inquadrato ma non è stato visto? Può essere…

Per recuperare vigore, siamo tornati alla ricerca delle meraviglie che ci circondano…

Primo oggetto M42, la grande nebulosa di Orione, meta obbligata delle osservazioni invernali, si è mostrata portentosa al Cassegrain; questa configurazione telescopica ci ha proiettato nel cuore dei gas che la compongono, mostrandoci ben 6 (e dico 6!!) stelle del famoso “trapezio”, culla di stelle neonate.

Molto soddisfatti, decidiamo di cambiare configurazione al telescopio, al fine di privilegiare la visuale al deep sky e… cambiato lo specchio, ci “dirigiamo” incuriositi nuovamente su M42. Ebbene, l’estendersi “infinito” della nebulosa appariva spettacolare e suggestiva, mostrandosi a largo campo e con il trapezio (più una …) ben visibile.

Date le condizioni “particolari” del cielo, abbiamo osato puntare l’occhio del newton in direzione della nebulosa Fiamma o NGC2024 , da noi mai osservata…

Con grandissima sorpresa e meraviglia, essa appariva a noi, già nell’inquadratura “abbagliata” dalla luminosa e vicinissima (apparentemente) Alnitak, stella della famosa cintura di Orione. Flebile, ma visibile, mostrava il meglio una volta fatta ”uscire” Alnitak dall’inquadratura, per mostrarsi nelle sue caratteristiche forme , che ricordano appunto una fiamma, come da nome.

L’infinita nostra curiosità, ci ha portato sull’ammasso aperto NGC 2244, nel cuore della nebulosa Rosetta, mostrandoci un suggestivo “mucchietto” di stelle.

Non poteva mancare una visita guidata alla famosissima nebulosa del granchio, o M1, che in visuale non mostra il meglio di sè ma resta pur sempre meritevole di attenzioni.

Poi e’ stata la volta di M78 (nebulosa diffusa in Orione) a catturare le nostre attenzioni, ebbene, due batuffoli di ”nebbia grigiastra” hanno fatto capolino all’oculare.

Nonostante l’ora fosse tarda (vi sarebbe stata anche 1 ora di viaggio…), non potevamo lasciare l’osservatorio senza aver immortalato lo spettacolare Giove.
La ccd di Alfredo è stata posizionata al fuoco del Marcon in configurazione Cassegrain cosicchè il campo inquadrato era molto piccolo, circa 0,02°, in modo da vedere il gigante gassoso impressionare buona parte del fotogramma.

Dopo circa 4000 scatti, con vari tempi di esposizione e dopo aver visto le prime bozze di risultati, decidiamo che era giunto il momento di fare ritorno a casa…coperto il ‘mostro’ e fatto le ‘valigie’ ci incamminiamo tronfi ed euforici!

Di seguito alcune foto elaborate in modo più o meno spinto (dove i colori perdono veridicità) per far risaltare bande e macchie:

Nelle prime due foto potete notare lo spostamento della Grande Macchia Rossa.





Altre tre elaborazioni della stessa immagine:





In questa ultima foto, realizzata qualche settimana fa sempre in osservatorio ed elaborata nuovamente, si può notare la Grande Macchia Rossa in posizione decisamente differente rispetto alle foto precedenti e la presenza di una banda colorata in più, segno che il gigante di gas è costantemente in movimento!




 Questa immagine multipla è stata realizzata da Enrico Montanari e Roberto Baldini, per mettere a confronto vari tipi di elaborazione post cattura e far capire quanto si possa 'giocare con il pc' (passatemi il termine) per ottenere l'immagine migliore.



Alfredo, Matteo, Diletta

1 commento:

Angelo Venturelli ha detto...

Grandissimi ragazzi!
Giove da paura!