giovedì 30 aprile 2009

Sabato 2 Maggio 2009: riprende l'attività sotto il segno della Diemme

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Ormai tutto è pronto, siamo solo in attesa che la stagione ritorni nei binari di una primavera più calda e stabile, ma a partire da Sabato si riaprono le danze osservative a Monteromano, che dal 2 maggio aprirà la sua cupola dotato di un “occhio” importante, un nuovo e potente telescopio, giunto grazie alla lungimiranza della ditta Diemme di Lugo.
Vorrei personalmente ringraziare la famiglia Melandri, a nome mio e di tutti i soci Antares, per l'opportunità grande concessa a noi del gruppo, ma che diventa patrimonio della collettività, grazie all'attività pubblica dell'osservatorio che ora si dota di una strumentazione all'avanguardia e tra le più importanti della regione Emilia Romagna.

Prima di entrare nei dettagli, il pensiero denso di fantastici ricordi va a dieci anni fa, quando il 20 maggio del 1999 fu inaugurato l'osservatorio, e al centro della cupola troneggiava lo “storico” strumento della Famiglia Bartolotti di Lugo. Grazie alla loro donazione ci avevano permesso di scoprire i tesori del cielo con un telescopio newton dallo specchio di 360 mm. Grazie alla passione e disponibilità della Famiglia Bartolotti, l'associazione ha avuto la possibilità di riaprire gli occhi di uno strumento valido, ricco di storia e amore per le stelle, che con le splendide immagini dal suo oculare, ha richiamato migliaia di visitatori nel corso della sua gloriosa attività. Dai nostri registri emerge che sono più di un migliaio i visitatori che ogni anno vengono a visitarci durante le serate pubbliche, e tutti hanno un bellissimo ricordo dei cieli svelati grazie al telescopio Bartolotti. Voglio ringraziare e salutare con affetto Angelo e Claudia che ci hanno concesso di sondare i cieli come mai avevamo potuto fare in precedenza. Il "vecchio" telescopio avrà una degna collocazione, ci sono varie idee, che prenderanno corpo nel corso dell'anno.

Da sabato esordirà invece il telescopio Diemme, uno spettacolare strumento in configurazione Newton-Cassegrain dallo specchio di 500 mm di diametro. Passare da un 360 mm ad un 500 mm, a conti fatti, significa un aumento del 92% della capacità di raccolta luce, quasi un raddoppio delle potenzialità del sito di Monteromano!
Il telescopio è quindi, praticamente, un doppio strumento, anzi un triplo se consideriamo che il cannocchiale guida, un rifrattore acromatico da 152 mm,che tempo fa sarebbe stato considerato lo strumento principale di un osservatorio!

In configurazione Newton lo strumento possiede una focale di 2450 mm ed un rapporto d'apertura pari a f:5 circa. Un bello strumento da profondo cielo, con specchi ben corretti e capaci di regalare immagini mozzafiato di ammassi, nebulose e galassie, ma anche la stessa Luna appare come un tesoro regale in cielo.
In configurazione Cassegrain, il telescopio possiede una notevole focale di 10 metri, con f:20 l'immagine risulta comunque brillante, e il telescopio diventa superbo nel risolvere i pianeti ad elevatissimi ingrandimenti (testato con successo a 800x) ed entrare nel cuore degli ammassi globulari, vedere le nebulose planetarie e sulle stelle doppie. Sui crateri e montagne della luna, la visione Cassegrain toglie davvero il respiro!
Stelle doppie e pianeti si possono ammirare anche nel rifrattore di guida, che possiede anch'esso una focale di oltre due metri (2.250 mm circa) con un rapporto d'apertura f:14.
Il telescopio possiede una elettronica raffinata, ed è in grado di puntare con chirurgica precisone, in automatico, tutti gli oggetti del cielo, anche quelli più difficili da individuare. Davvero uno strumento superbo, mi spiace tantissimo che il nostro compianto Cav. Giulio Tampieri, presente 10 anni fa all'inaugurazione, non possa essere oggi fra noi, e godere delle visoni dall'oculare di questo gioiello.

Invitando tutti a venirci a trovare sabato sera a Monteromano, e scoprire con i propri occhi le meraviglie del cielo grazie al telescopio Diemme, vorrei spendere due parole di profonda stima ed ammirazione per la ditta Diemme di Lugo, che ci ha consentito con una sponsorizzazione di potenziare l'osservatorio: fa piacere vedere un azienda nostrana, leader mondiale nel campo della filtrazione e dell'enologia, credere fortemente nella cultura scientifica che è la base su cui formare gli scienziati ed i tecnici delle nuove generazioni. Queste saranno chiamate a raccogliere la nostra eredità e delle aziende come la Diemme, che porta alto nel mondo il prestigio della Romagna con una produzione di alta qualità e tecnologia.
Portando le scuole all'osservatorio, ed insegnando loro i segreti del cosmo, le leggi fisiche e le applicazioni matematiche ad esse collegate, contribuiremo con questo telescopio a far germinare il seme della passione e cultura scientifica, elementi indispensabili per mantenere nel tempo generazioni di ragazzi competenti, pronti a raccogliere le sfide del futuro, proprio per mantenere questa “eccellenza produttiva romagnola”sempre ai massimi livelli.

Concludo con un necessario e doveroso ringraziamento a tutti i soci Antares, in particolare a quelli che hanno contribuito direttamente ai lavori e alla realizzazione di questo sogno divenuto realtà. Tutto il consiglio direttivo va ricordato in blocco, il magico trio “meccanico” costituito dal Presidente Onorario Luigi Pozzi, un esempio di generosità senza limiti, Franco Ballardini il “maestro” di tante realizzazioni in osservatorio (e quanto lavoro!!!) e Daniele Mecati, il nostro geometra capace di spaziare ed eccellere in mille campi diversi, un riferimento. Il resto del consiglio direttivo (e operativo) è composto da Roberto Baldini, Mirco Villa, Angelo Venturelli ed Enrico Bezzi, Gabriele Contoli.

Bisognerebbe citare tutti gli altri, uno ad uno, perchè la storia Antares passa attraverso tutti noi, ma non vorrei dilungarmi troppo! Scorrendo gli articoli vecchi potrete vedere che l'associazione è viva e ha prodotto tanta attività in questi ultimi anni. Quindi chiedo perdono se non ho citato tutti, ma davvero porto nel cuore con riconoscenza tutti coloro che hanno speso del loro tempo, energia e fatica per arrivare a questo punto, che non è altro che l'inizio del viaggio... con un "occhio" più potente!

Enrico Montanari
Direttore Osservatorio di Monteromano

In fotografia (in alto): Saturno fotografato recentemente dal Nostro Franco Ballardini ad inizio aprile con il nuovo telescopio.

martedì 28 aprile 2009

IL LAMPO registrato da Swift - L'oggetto più lontano mai osservato?!

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Come segnalatoci tempestivamente pochi giorni fa dall'amico Luigi Foschini (che ora guarda caso si è trasferito all'Osservatorio di Brera in pianta stabile...), lo scorso 23 aprile il satellite SWIFT, “il rondone”, ha colto un improvviso Lampo di Raggi Gamma, con lo speciale strumento di bordo sviluppato per questo scopo, il BAT, Burst Alert Telescope.

Oggi la stampa ha dato notizia tramite i TG nazionali cercando di fare i propri "resoconti" e quindi cerchiamo anche noi di arginare le eventuali inesattezze ricostruendo, nei limiti del possibile una cronaca dell'evento. Luigi, che attualmente è impegnato e non può offrirci un contributo diretto, ovviamente interverrà appena gli sarà possibile per correggere o confermare quanto abbiamo ricostruito attraverso le informazioni reperite in rete e reputate più corrette ed attendibili.

Il Lampo Gamma dura parecchio (facendo le dovute comparazioni in ambito astronomico!), almeno 10 secondi.

E' indice di un evento cosmico probabilmente catastrofico ed estremamente energetico: si è calcolato, a seguire, che in quei 10 secondi sia stata emessa 100 volte più energia di quanto il Sole faccia nella sua intera esistenza stimata in 9 miliardi di anni!

Grazie a questa prima segnalazione di Swift si riesce a ripuntare immediatamente gli altri telescopi di bordo verso la zona in cui è appena terminato il Lampo Gamma.

Vengono immediatamente attivati per l'osservazione il telescopio capace di catturare i raggi X (XRT), realizzato in parte dall'Osservatorio di Brera-Milano dell’INAF, ed un secondo che osserva la radiazione visibile ed ultravioletta in quanto, ad un Lampo di Raggi Gamma segue, quasi subito, una forte emissione di raggi X ed una controparte nell’ottico, fenomeno noto come “afterglow”.

In questo modo si è potuto localizzare con precisione dove, nel cielo, era avvenuto il Lampo e il satellite Swift chiama a raccolta immediata i telescopi disponibili a Terra perché continuino senza esitazioni, l’osservazione nelle lunghezze d’onda della luce visibile.

Al momento dello scoppio del lampo, i soli telescopi che potevano essere puntati verso quella zona di cielo erano quelli del Nord America e delle Hawaii essendo in condizioni di buio notturno. Purtroppo riescono solo a rivelare una debole sorgente visibile nell’infrarosso, possibile indizio che la sorgente osservata è veramente molto, molto lontana.

Dopo qualche ora la notte avvolge le Canarie, dove l’Italia ha il proprio Telescopio Nazionale Galileo, TNG. E in Italia c’è anche, da oltre 10 anni, una rete di astrofisici denominata "CIBO" e organizzata a seguire e studiare questi fenomeni, che rappresentano uno dei problemi di frontiera più affascinanti dell’astrofisica attuale.

Ricevuto l’allarme in automatico da SWIFT, si attivano e chiedono di osservare il fenomeno con il TNG, sconvolgendo la schedulazione di lavoro di quella notte. Permesso prontamente accordato dal direttore, Emilio Molinari, data l’eccezionalità della situazione.

L'osservazione viene coordinata da Paolo D'Avanzo dell'INAF-Osservatorio di Brera e dell’Università di Milano-Bicocca, insieme ai colleghi di Brera, Roma, Bologna e delle Canarie.

L'osservazione, effettuata accoppiando agli strumenti del telescopio un prisma molto particolare, chiamato “di Amici” dal nome del fisico che lo mise a punto, inizia e man mano che i dati sono acquisiti alle Canarie vengono immediatamente trasferiti in Italia, dove sono analizzati da un team presente per tutta la notte nella sede di Merate dell’Osservatorio di Brera-Milano.

Già alle prime luci dell'alba del 24 aprile appare evidente che i dati raccolti dal TNG rivelavano un risultato eccezionale. L’analisi spettrale della luce della sorgente mostra segni che indicano che la radiazione emessa proviene da un oggetto lontanissimo, più lontano di qualsiasi altro mai osservato fino ad ora.

Col passare delle ore altri astrofisici della rete nazionale CIBO e SWIFT si univano da Roma e da Firenze al gruppo di Merate per raffinare l'analisi dei dati e consolidare il risultato ottenuto.

"È stata una notte veramente impegnativa ed emozionante" dice Paolo D’Avanzo "ed è importante ricordare che la "cattura" di questo evento unico è il risultato degli sforzi di un team preparato e affiatato da anni, che ha studiato e sviluppato metodi e procedure per affrontare queste situazioni, velocissime ed irripetibili, che abbiamo quando un Lampo di raggi Gamma esplode nel cielo".

Nel primo pomeriggio si è giunti al risultato finale: l'esplosione osservata si trovava ad un “redshift” z=8.1, corrispondente a più di 13 miliardi di anni-luce di distanza da noi e quindi avvenuta solo 600 milioni di anni, circa, dopo il Big Bang. “Si tratta quindi dell’oggetto celeste più distante mai osservato finora. Devo dire che, nonostante le continue limitazioni cui l’Ente è costretto per le perduranti restirizioni del finanziamento, l’entusiasmo e la preparazione dei nostri ricercatori vince ancora una volta, dandoci un risultato di rilievo assolutamente eccezionale in campo mondiale”, dice Tommaso Maccacaro, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Secondo le teorie maggiormente accreditate questa esplosione sarebbe l’ultimo, immenso, bagliore di una stella grande più di cento volte il nostro Sole.

L’osservazione ci rivela poi che già in un Universo così “giovane” esistevano stelle già formate ed anzi giunte al termine della loro esistenza.

“L’emozione in questi frangenti è sempre tanta, e in fondo la stessa di quando osservammo, oramai parecchi anni fa, il primo Lampo Gamma con il Satellite italiano Beppo-SAX. Gli anni di paziente ricerca da parte del ricercatori di questa collaborazione italiana sono stati premiati da un'osservazione eccezionale che rende la comunità italiana sempre più leader in questo campo”, dice Angelo Antonelli, dell’Osservatorio di Roma-INAF.

COMUNICATO ADNKRONOS (CLICCA SOPRA PER IL PDF)

LA PAGINA DELLA RASSEGNA STAMPA DELL'INAF dove potrete rintracciare molti degli articoli pubblicati sulla stampa italiana (nel bene nel male dei propri riassunti).

ALTRI LINK IN LINGUA INGLESE PER CHI VUOLE : (CLICCA QUI)

venerdì 24 aprile 2009

Record nella distanza di un GRB!

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Ieri, 23 aprile 2009, Swift ha allertato gli astronomi con l'osservazione di un nuovo gamma-ray burst (GRB). Come al solito, vari osservatori in tutto il pianeta hanno ripuntato la zona per cercare l'emissione ottica per poter misurare il redshift. Tra questi, VLT che stamane ha distribuito una circolare GCN in cui riporta uno sbalorditivo redshift di ben 8.2!!! Questo GRB è la sorgente cosmica più lontana mai osservata sino a oggi. Siamo in un universo veramente primordiale (l'epoca di reionizzazione è stimata essere a z=11 circa).

giovedì 23 aprile 2009

Il Disinformatico: UFO, scie chimiche e rapimenti alieni a Lugano il 25/4

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Vi proponiamo di consultare il sito indicato per potervi documentare in merito a tutte le scempiaggini che popolano la rete, i media e purtroppo le testa balzana di molte persone che non hanno la benchè minima cognizione di che cosa sia e cosa significhi "METODO SCIENTIFICO".

Questo consiglio non è offerto per rendere maggiore importanza all'argomento trattato ma, considerando che sempre più persone vengono raggiunte da queste fandonie, è bene non lasciar passare il "silenzio scientifico" come un avvallo ulteriore a queste stupidaggini.

Insieme alla corretta informazione scientifica viene abbinato anche il divertente commento della "Compagnia delgi Scettici Allegri", un pò per sdrammatizzare e un pò per riportare nel giusto ambito (umoristico) le argomentazioni utilizzate dai sostenitori di queste teorie.

Qui troverete anche informazioni utili ad evitare di diffondere involontariamente "catene di sant'antonio" via email che non hanno alcun fondamento o che in realtà non hanno pià ragione di esistere per altri motivi.

L'altro invito è quello di leggere l'editoriale presente su www.meteoromagna.com relativo allo scellerato mondo allucinato di coloro che ritengono, inusitatamente, che le (banali) scie degli aerei siano alla base di un complotto mondiale atto a modificare il clima e, soprattutto, ad avvelenarci tutti !

Il Disinformatico: UFO, scie chimiche e rapimenti alieni a Lugano il 25/4

domenica 19 aprile 2009

Keplero ha aperto gli occhi!

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In un certo senso è come rivivere lo stupore che deve aver provato Galileo proprio 400 anni fa quando per la prima volta puntò il suo rudimentale “occhiale” verso la Via Lattea, scoprendo che quel chiarore “…che fa dubbiar ben saggi” altro non è che la luce di tantissime stelle!
Nei giorni scorsi Keplero, il telescopio spaziale lanciato dalla NASA il 7 marzo scorso e concepito per la ricerca di pianeti extrasolari di taglia terrestre, ha aperto gli occhi nella zona di cielo tra il Cigno e la Lira riprendendo un impressionante sfavillio di stelle!
L’immagine che vi propongo in questo post non dice molto; fondamentalmente evidenzia il mostruoso CCD da 95 megapixel, formato da 42 moduli accoppiati e disposti a formare 21 quadrati uguali. Il rossore che appare sembra quasi un segnale di disturbo… e invece sono tante stelle, veramente tante, e che potete apprezzare nell’immagine ad alta risoluzione da 5 Mb.

Guardare per credere all’indirizzo http://www.nasa.gov/images/content/330044main_KeplerFOVsmall.jpg

L'area in basso a destra dell'immagine appare più luminosa perché è più vicina al piano galattico e quindi è più densa di stelle. L'area in alto a sinistra, al contrario, è più lontana dal piano galattico e quindi appare più scura in quanto meno popolata di stelle.
L’immagine abbraccia un campo di 100 gradi quadrati e si stima che contenga 4,5 milioni di stelle: 100mila tra queste stelle sono state selezionate come candidate per la ricerca di Keplero! Vere e proprie osservate speciali!!
Per tre anni e mezzo Keplero spierà la luce di queste 100mila stelle per percepire deboli ma cicliche diminuzioni di luminosità (variazioni dell’ordine di 20 milionesimi di magnitudine, sic!). Se così sarà, ecco scovato un nuovo pianeta extrasolare! Dalla quantità di luce oscurata si può ricavare la dimensione del pianeta, mentre dall’intervallo di tempo tra due transiti si deduce la dimensione della sua orbita e si riesce a stimarne la sua temperatura. In definitiva, tutte queste caratteristiche permettono di concludere, per via indiretta, se il pianeta si trova all’interno della zona abitabile (habitable zone).
L’obiettivo scientifico della missione è quindi quello di esplorare la struttura e la diversità dei sistemi planetari extrasolari. E pensare che appena fino a metà degli anni ’90 non si era certi dell’esistenza di pianeti extrasolari…

sabato 18 aprile 2009

Primo Saturno al fuoco del Cassegrain!

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In attesa di elaborazioni migliori, vi anticipiamo uno scatto dello scorso 14 aprile, fotografato da Franco Ballardini con reflex Canon e regolato nei livelli con Photoshop dal sottoscritto.

Il Cassegrain ci ha davvero stregato! ;-)

Enrico

giovedì 16 aprile 2009

Serata ANTARES al Liceo Scientifico di Lugo!

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Oggi abbiamo i GPS che ci dicono dove ci troviamo con un’incertezza di pochi metri, e la cosa sembra quasi naturale. Ma non è sempre stato così. Fino a pochi secoli fa, soprattutto in mare, ci si poteva perdere e rischiare di morire per insufficienza di cibo o naufragando contro gli scogli. Il problema della latitudine si poteva risolvere abbastanza facilmente; ma la misura della longitudine sembrava impraticabile!
La conferenza di Enrico (vedere la locandina allegata) tratta appunto l'appassionante storia di come è stato risolto il problema del calcolo della longitudine, il tutto condito da un enorme premio, l'equivalente di svariati milioni di euro di oggi, offerto dal Parlamento inglese all'inizio del XVIII secolo. Gli inglesi, infatti, dominavano i mari e quindi avevano un estremo bisogno di calcolare con precisione la posizione delle loro navi.
Astronomi famosi come Galileo, Cassini, Huygens, Newton e Halley hanno cercato invano una soluzione "astronomica" al problema della misura della longitudine utilizzando la posizione della Luna o delle stelle fisse e una serie di tavole numeriche. Fu però un orologiaio autodidatta, l’inglese John Harrison, a trovare la soluzione…
Volete sapere come è andata? Vi aspettiamo domani sera, venerdì 17 aprile, nell'aula magna del Liceo Scientifico di Lugo.

L'ingresso è libero e aperto a tutti... per cui non potete mancare!

lunedì 13 aprile 2009

Misurato il confine tra lo spazio esterno e l'atmosfera terrestre

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Un gruppo di ricercatori dell'Università di Calgary, in Canada, mediante uno strumento denominato Supra-Thermal Ion Imager è riuscito ad individuare il punto di confine fra l'atmosfera terrestre e lo spazio esterno, dove i venti dell’alta atmosfera lasciano il posto ai violenti flussi di particelle cariche provenienti dallo spazio. Il confine fra la nostra atmosfera e lo spazio esterno si colloca per a 118 chilometri di quota.
Lo strumento, costato quasi mezzo milione di dollari, era stato lanciato nel gennaio 2007 a bordo del razzo JOULE2 ed ha viaggiato a 200 chilometri di altitudine, spostandosi più volte attraverso la linea di confine fra atmosfera e spazio.
Fino ad oggi i dati relativi a questa regione di confine erano estremamente scarsi, dato che essa è situata troppo in alto per essere raggiunta da palloni sonda e troppo in basso per i satelliti.
"I risultati ottenuti ci permettono anche di calcolare i flussi di energia nell'atmosfera che possono essere utili per comprendere meglio le interazioni fra lo spazio e il nostro ambiente, come il raffreddamento e il riscaldamento del clima della Terra, e come il clima spaziale influisce sui satelliti, le comunicazioni, la navigazione e i sistemi elettrici", ha concluso David Knudsen, che ha diretto la ricerca e firmato un articolo pubblicato sul Journal of Geophysical Research.

Mirate la potenza di Fermi!

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(credits: NASA/DOE/Fermi LAT Collaboration)



La Collaborazione Fermi ha rilasciato una serie di animazioni che mostrano il cielo "fotografato" quotidianamente dal satellite nel corso dei primi tre mesi di operazioni (vedi anche questo post e questo). Il cielo è mostrato in coordinate galattiche: sul lato destro c'è l'emisfero nord e sul sinistro c'è quello sud. Il piano galattico, ricco di emissione gamma diffusa, è quindi ai bordi delle immagini e non disturba la visione. Le sorgenti che appaiono e scompaiono sono blazars, che emettono blob di plasma a velocità relativistiche, che a loro volta emettono raggi gamma osservati da Fermi. La strana "bisciolina" che si vede scorrere in basso a destra nell'emisfero nord è il Sole! Ci sono poi anche le pulsar, che hanno emissione gamma persistente.
E' la prima volta che si osserva un cielo così ai raggi gamma, con questa risoluzione temporale e con questo dettaglio. Ancora una volta, Fermi ci regala un nuovo modo di osservare l'Universo intorno a noi.

giovedì 9 aprile 2009

Nuova cometa visibile nei nostri cieli: ecco la Yi-SWAN (C/2009 F6)

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Una piccola cometa di 8a grandezza sta "veleggiando" attraverso Cassiopeia, spostandosi lentamente verso Perseo. La nuova visitatrice del Sistema Solare, chiamata Cometa Yi-SWAN, dovrebbe essere alla portata di piccoli telescopi per la maggior parte del mese di aprile e di maggio 2009. Tuttavia una luna luminosa renderà le osservazioni un po' complicate, almeno fino alla seconda metà del mese di aprile.
(nella foto un immagine di E. Guido, G. Sostero, e P. Camilleri ottenuta con un telescopio remoto nel New Mexico, USA)
Fino adesso gli osservatori descrivono la cometa come un bagliore diffuso di pochi primi d'arco. Nessuno ha ancora evidenziato una coda, ma la cosa potrebbe cambiare nei prossimi giorni, dal momento che il bagliore della Luna si ridurrà.
A causa della sua alta declinazione la Cometa Yi-SWAN è teoricamente visibile per tutta la notte a partire da metà latitudini settentrionali: un esempio di cometa Circumpolare. Ma a dire il vero sono meglio favoriti i mattinieri che avranno la cometa abbastanza alta nei momenti che precedono l'alba.

Alcuni momenti interessanti-
Sabato sera, 11 aprile, la cometa passa a solo 0,4 ° a sud di Schedar (α Cassiopeiae), e quindi possono essere a basso ingrandimento, nel campo visivo di un telescopio. Giovedì notte, tra il 23-24 aprile, la cometa passerà a solo 1,2° a sud del doppio ammasso in Perseo.

La scoperta
L'astrofilo Coreano Dae-am Yi è stata la prima persona a notare la cometa il 26 marzo: ha ottenuto due immagini dell'oggetto con una Canon 5D e un obiettivo da 90 mm.
Indipendentemente, Rob Matson aveva segnalato il 4 aprile di aver trovato una possibile cometa SWAN in alcune immagini pubblicate sul sito web della missione SOHO.
Riconoscendo che gli oggetti erano lo stesso, gli astronomi CBAT hanno annunciato la la scoperta della Cometa Yi-SWAN (C/2009 F6). I Calcoli preliminari indicano un orbita molto inclinata (85, 7 ° sull'eclittica) con il perielio previsto per l'8 maggio, quando la cometa sarà a 1,27 unità astronomiche (190 milioni di km) dal sole e il 50% più lontana dalla Terra.

Effemeridi
Data RA 2000 Dec. Elong. Mag. Const.
0h UT h m ° ' °
Apr 8 0 08.8 +55 17 50 8.5 Cas
Apr 10 0 25.4 +55 48 49 8.5 Cas
Apr 12 0 42.3 +56 12 48 8.5 Cas
Apr 14 0 59.5 +56 28 47 8.5 Cas
Apr 16 1 16.6 +56 36 47 8.4 Cas
Apr 18 1 33.7 +56 36 46 8.4 Cas
Apr 20 1 50.5 +56 29 45 8.4 Per
Apr 22 2 07.0 +56 13 44 8.4 Per
Apr 24 2 23.0 +55 51 43 8.4 Per
Apr 26 2 38.5 +55 23 42 8.4 Per
Apr 28 2 53.3 +54 49 41 8.4 Per
Apr 30 3 07.4 +54 10 40 8.4 Per
Mag 02 3 20.9 +53 26 39 8.4 Per
Mag 04 3 33.6 +52 38 38 8.4 Per
Mag 06 3 45.7 +51 48 37 8.5 Per
Mag 08 3 57.1 +50 54 36 8.5 Per

sabato 4 aprile 2009

Altri indizi di materia oscura

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L'universo sembra contenere molta più materia di quanta ne riusciamo a vedere. La materia oscura è stata postulata fin dagli anni '30 del secolo scorso per rendere conto della enorme massa mancante nell'universo, invisibile in quanto non produce alcun tipo di onda elettromagnetica, eppure tradisce la sua presenza attraverso gli effetti gravitazionali che produce su stelle e galassie.
Vedere in proposito i post:


Si tratta di un'ipotesi che, pur in presenza di svariate evidenze osservative, non riesce ancora a chiarire la vera natura della materia oscura, ricerca questa nella quale sono impegnati numerosi fisici, cosmologi e astrofisici di tutto il mondo. Proprio recentemente altri due indizi sull'esistenza della materia oscura si sono aggiunti a quelli già noti da tempo.

Osservazioni del telescopio spaziale
Una recente osservazione condotta con il telescopio spaziale Hubble ha permesso a un gruppo di astronomi di avanzare un'ipotesi circa la presenza di grandi quantità di materia oscura attorno a galassie nane. Le galassie nane si trovano all'interno dell'ammasso del Perseo, a circa 250 milioni di anni luce. La loro forma quasi perfettamente sferica mal si concilia con altre due caratteristiche osservate: la loro piccola massa e la loro presenza proprio nel centro dell'ammasso, dove le intense forze gravitazionali esercitate dalle numerose galassie di grande massa non ne dovrebbero permettere l'esistenza. Il cannibalismo fra galassie, con le più grandi che deformano e poi inglobano le più piccole, è un fenomeno molto comune nel centro degli ammassi. Ecco allora che gli astronomi, per spiegare la forma sferica di queste galassie di piccola massa, hanno ipotizzato che in realtà esse possano essere avvolte da grandi quantità di materia oscura, che pur non rilevabile nelle osservazioni, ne fa aumentare la massa fino a garantirne la sopravvivenza. Insomma, queste galassie nane sarebbero immerse in un guscio di materia oscura che le ha protette dalla voracità delle galassie più grandi.
L'esperimento PAMELA
PAMELA è attualmente l'esperimento più ambizioso per la ricerca di antimateria nei raggi cosmici. Nato dalla collaborazione tra l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e le agenzie spaziali italiana e russa, è stato lanciato nel 2006 a bordo di un satellite russo per rispondere ad alcuni dei più grandi quesiti della cosmologia. Perché nell’Universo esiste una forte asimmetria tra materia e antimateria, con una nettissima prevalenza della prima? Secondo la teoria del Big Bang, l’una e l’altra si sarebbero formate in quantità uguali, annientandosi a vicenda in lampi di pura energia. Come mai, a un certo punto, si è creato una squilibrio e la materia che oggi forma le stelle, i pianeti, noi stessi e tutto ciò che conosciamo, ha avuto la meglio?
Questo strumento studia i raggi cosmici e, in particolare, la loro componente di antimateria. I raggi cosmici sono particelle accelerate a velocità vicine a quella della luce, probabilmente in seguito agli effetti di esplosioni di supernovae lontane o di altri fenomeni violenti nel cosmo; sono formati soprattutto da protoni, nuclei di atomi di elio, o più pesanti, ed elettroni. Tuttavia, tra le particelle più rare si trovano anche particelle di antimateria, identiche alle particelle di materia ma con carica opposta, e tra queste, in particolare, antielettroni, chiamati anche positroni, e antiprotoni.
I risultati recentemente pubblicati su Nature evidenziano un’anomalia nel rapporto tra il numero di positroni e il numero di elettroni rivelati. Questa abbondanza di positroni può trovare una spiegazione plausibile in un segnale di materia oscura. L’ipotesi è che le particelle di materia oscura presenti nella nostra galassia, interagendo fra loro, si annichilino o decadano, producendo sciami di particelle secondarie di alta energia e, in particolare, coppie protone-antiprotone ed elettrone-positrone che Pamela sta intercettando.
"Questi dati - specifica Picozza, coordinatore dell'esperimento - insieme a quelli pubblicati sul rapporto tra antiprotoni e protoni a febbraio su Physical Review Letters, sono uno dei più importanti contributi di questi ultimi anni alla conoscenza del mistero della materia oscura, permettendo di restringere in modo molto significativo il campo delle ipotesi sulla sua natura."
Tuttavia ancora molto c'è da scoprire!

mercoledì 1 aprile 2009

Eventi del mese - Aprile 2009

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Questi i principali eventi astronomici del mese di aprile 2009.
Luna
2 aprile: primo quarto di Luna (ore 16e33 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 365.220 km
Dimensione apparente della Luna: 32'49"
9 aprile: Luna piena (ore 16e55 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 388.082 km
Dimensione apparente della Luna: 31'13"
17 aprile: ultimo quarto di Luna (ore 15e35 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 407.201 km
Dimensione apparente della Luna: 29'47"
25 aprile: Luna nuova (ore 05e22 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 373.360 km
Piogge meteoriche
21-22 aprile: Liridi; le date attive vanno dal 19 al 25 aprile.
Corpo progenitore: cometa C/1861 Thatcher; frequenza massima 16-30 meteore/ora.
Siccome il radiante si trova in una costellazione tipicamente estiva (vedere immagine), sarà sufficientemente alto solo nella seconda parte della notte.
La Luna è poco fastidiosa (disco illuminato inferiore al 20%) e comunque sorge dopo le 4e30 (tempo locale).
Pianeti
Mercurio, passato a sinistra del Sole proprio il 31 marzo, sarà “stella della sera” per tutto il mese, ritardando giorno dopo giorno il tramonto rispetto alla nostra stella. Il giorno 26 aprile il piccolo pianeta raggiungerà la massima elongazione est (quasi 20°) dal Sole e, complice un angolo favorevole fra eclittica e orizzonte, sarà facilmente rintracciabile con magnitudine 0,34 verso ovest-nordovest.
Venere è visibile per tutto il mese come “stella del mattino” e si allontanerà dai 10 gradi di inizio mese agli oltre 38 gradi di separazione angolare dal Sole a fine mese. A quel punto sarà facilmente osservabile verso est-sudest, anche se non troppo alto sopra l’orizzonte (dal momento che ad est l’eclittica sale lentamente rispetto la linea d’orizzonte). Il giorno 24 aprile si trova in congiunzione con Marte, con quest’ultimo poco meno di 4 gradi più in basso.
Marte si allontana lentamente a destra del Sole e durante il mese passa da 28° ad appena 34° di distanza angolare dalla nostra stella. In questi mesi il disco di Marte è veramente piccolo trovandosi ad oltre 300 milioni di km dal nostro pianeta. Difficile da osservare.
Giove impreziosisce con la sua luminosa presenza una zona di cielo piuttosto povera di stelle, tra l’Acquario e il Capricorno, a cui ufficialmente appartiene. A fine mese anticipa di un paio d’ore il sorgere del Sole.
Saturno è ben osservabile per quasi tutta la notte, sempre sotto le zampe posteriori del Leone, tra il Sestante e la Vergine. Tuttavia la sua luminosità si riduce progressivamente dalla magnitudine 0,58 di inizio mese alla magnitudine 0,74 di fine aprile.
Urano è “stella del mattino”, anche se di difficile osservazione ad est-sudest poco prima del sorgere del Sole; Nettuno segue Giove di pochi gradi, nella coda del Capricorno. Per niente facile da osservare.
Altri fenomeni
1 aprile: Sirio, la stella invernale per eccellenza e la stella più luminosa di tutto il cielo, tramonta attorno alla mezzanotte; la primavera sta avanzando!
9 aprile: la Luna e Spica sorgono insieme a poco più di 3 gradi di distanza verso le 20e30 e si fanno compagnia per l’intera notte!
19 aprile: congiunzione fra una Luna calante (disco illuminato al 35%) e Giove a sud-est poco prima del sorgere del Sole (ore 06e00 tempo locale).
22 aprile: congiunzione multipla ad est-sudest; Venere, Marte, Luna (fase calante al 10%) e Urano disposti a quadrato a poco più di 4 gradi l’uno dall’altro. Bella configurazione, non semplice da osservare nel chiarore dell’aurora (vedi immagine).
26 aprile: congiunzione a ovest-nordovest fra Luna (fase crescente al 3%), Mercurio e Pleiadi. Il quadro è davvero suggestivo ma anche questa configurazione non è di facile osservazione; bassa sull’orizzonte e ancora immersa nella luce del crepuscolo (vedi immagine).



Attività Antares
Venerdì 17 aprile: Serantares
Liceo Scientifico di Lugo
"Il Longitude Act"
Tra Astronomia e complotti a caccia del mistero del XVII secolo

(seguirà locandina)


By Daniela e Angelo