
La prima, denominata SN 2007ck, è stata individuata il 19 maggio ed è stata classificata supenova di tipo II, cioé riconducibile alla violenta esplosione del nucleo di una stella massiccia che collassa sotto la sua stessa gravità. La seconda, denominata SN 2007co, è stata individuata da Swift il 4 giugno. In questo caso si è trattato di una supernova di tipo I, cioè di una nana bianca esplosa dopo aver rubato enormi quantità di materia ad una stella compagna fino a superare un valore di massa critica, detto limite di Chandrasekhar.
Vedi: http://www.nasa.gov/centers/goddard/news/topstory/2007/double_supernova.html
La statistica dice che in una galassia come la nostra dovrebbe esplodere una supernova ogni 100-200 anni; purtroppo, però, l'ultima supernova esplosa nella nostra galassia risale al 1604, conosciuta anche come la supernova di Keplero. Galileo puntò il cannocchiale al cielo solo 5 anni più tardi...
Da allora ci siamo dovuti accontentare della supernova SN 1987a, osservata il 24 febbraio 1987. Trovandosi nella Grande Nube di Magellano, è la supernova più vicina ad essere stata osservata dall'invenzione del telescopio, ma pur sempre a 170.000 anni-luce di distanza.
Oggi numerosi occhi (telescopi nell'ottico, nell'infrarosso, alle alte energie, rilevatori di neutrini e di onde gravitazionali) scrutano il cielo in attesa di un tale evento sufficientemente vicino (ma non troppo...!) da poter essere studiato come mai è successo prima d'ora, e poter capire gli ultimi istanti della vita di una stella.
Nessun commento:
Posta un commento