mercoledì 19 maggio 2010

Parole sulla scienza (di Davide Amadori)

E poi dicono che non ci sono più bravi studenti...
Questo che riporto è il tema svolto pochi giorni fa da Davide, un mio carissimo ex studente (ora frequenta la quinta classe) e col quale condivido il piacere di parlare di scienza, arte e tutto ciò che riguarda l'uomo.


Pochi giorni fa, in un lungo tunnel sotterraneo costruito in Svizzera al confine con la Francia, degli scienziati hanno ricreato in scala ridotta le condizioni sviluppatesi un miliardesimo di secondo dopo l'esplosione del Big Bang. Pochi mesi fa si festeggiava l'anniversario dello sbarco dell'uomo sulla Luna. Pochi anni fa veniva pubblicata la teoria delle stringhe, che sostiene l'interconnessione di tutte le molecole di materia dell'Universo.
Se pensiamo a questi tre importanti avvenimenti ci rendiamo conto della dinamicità con la quale il nostro mondo cambia. Si scompone la materia nei suoi componenti infinitesimi, si svelano le origini più remote dell'Universo, l'Uomo si spinge oltre i suoi limiti terreni. Ormai la nostra visione della realtà è condizionata dalla scienza.
Questo solo perché la scienza ricerca l'attendibilità delle sue teorie. Questo modo di fare scienza nacque dalle idee di Galileo Galilei, che introdusse il metodo scientifico, e dalle teorie di Isaac Newton, che applicò le conoscenze umane a tutto l'Universo. Solo da questo momento la scienza assume la sua vera definizione: la scienza non è la "verità", ma un modo di descriverla e presentarla.
A questo punto, considerate le tante implicazioni della scienza nella vita moderna, possiamo parlare del suo potere.
La scienza e l'arte sono le più esplicite dimostrazioni delle potenzialità della nostra intelligenza. Questa incredibile capacità, che nell'uomo ha ormai superato tutte le altre, ha generato il bisogno della consapevolezza del mondo che ci circonda. E' appunto tale bisogno che ci spinge oltre i nostri limiti, quasi fosse la necessità più impellente. Ma forse non è solo questo bisogno che muove la scienza, dal momento che non ci siamo limitati solo a conoscere la struttura dell'atomo o del DNA, ma li manipoliamo a nostro piacimento, come per creare una "nostra" perfezione della Natura, pur sempre nel rispetto della stessa.
Questo secondo atteggiamento è particolarmente insito nella scienza contemporanea. La "teoria del tutto", la "particella di Dio", per fare alcuni esempi, sono le più chiare espressioni di una ambizione umana: quella di "sbirciare nella mente di Dio" come scrisse Stephen Hawking.
Tuttavia limiti forti impediscono la completa consapevolezza del nostro essere.
La scienza è stata in grado di rispondere a moltissime domande su ciò che ci circonda. Ma quante risposte ci ha realmente fornito su noi stessi? La scienza ci ha chiarito come e di cosa siamo fatti, ci ha reso testimoni stupiti dell'incredibile perfezione della vita, ci ha dimostrato le nostre origini di primati mostrandoci la mutevole tenacia della Natura. Ma la domanda a cui si può ricondurre il pensiero di quasi tutti i filosofi della storia è: perché siamo qui?
Questa è forse l'unica domanda a cui la scienza non potrà mai rispondere, poiché il concetto è difficilmente dimostrabile, ma soprattutto è fortemente individuale. Citando Reichenbach: "Il mondo non ha alcuno scopo o significato, all'infuori di quelli che vi introduciamo noi".
Recentemente una nuova corrente di pensiero ha dettato le linee generali sul perché siamo qui: il Principio Antropico. Tale teoria cerca di dimostrare come nella vita di un Universo si senta il bisogno di essere in grado di apprezzarne le meraviglie; questo principio sostiene che la Natura ci ha messo a disposizione i mezzi per studiarla e ci ha posto in una posizione privilegiata, un punto di notevole rilevanza.
Il Principio Antropico è considerato dai più una tautologia; però ci spinge verso uno stile di vita basato sulla ricerca della verità e della bellezza. Come scrisse Dante: "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza".

A me piace tantissimo, e quella espressione (...la mutevole tenacia della Natura) mi ha commosso!

5 commenti:

Annarita ha detto...

Caro Angelo, l'espressione "A me piace tantissimo, e quella espressione (...la mutevole tenacia della Natura) mi ha commosso!" ha fatto venire i brividi pure a me.

Coloro che affermano che non ci sono più bravi studenti non sono insegnanti oppure lo sono soltanto di nome. I veri insegnanti sanno molto bene che ci sono, per fortuna, tanti bravi e capaci studenti.

Personalmente, ho sempre creduto ed investito nei giovani e continuerò a farlo.

Complimenti a Davide per il suo lucido e profondo pensiero sulla scienza e sulle cose del mondo.

Se siete d'accordo, rilancerò il post su Scientificando.

Fammi sapere.

Un caro saluto.
annarita

Unknown ha detto...

non avrei saputo usare parole migliori!

Roberto Baldini ha detto...

Notevole riflessione, "densa e pregna" oserei dire. Complimenti anche per la sintesi e per aver commosso Angelo :-)

Angelo Venturelli ha detto...

Puoi tranquillamente rilanciare su Scientificando, carissima Annarita.

Angelo

Annarita ha detto...

Ho rilanciato qui

Grazie!
annarita