Il 2012 che inizierà tra poche ore segna un anniversario importante (e non si tratta certo della profezia del Maya...). Infatti, il giorno 1 dicembre 1962 la rivista Physical Review Letters pubblicò un articolo di Giacconi, Gursky, Paolini e Rossi in cui si riportava la scoperta di raggi X di origine cosmica. Per questa scoperta, Riccardo Giacconi ricevette poi nel 2002 (nel 40mo anniversario) il premio Nobel per la fisica.
La scoperta di Giacconi & Co. non si limita solo all'apertura di una nuova importante finestra osservativa, ma a mio vedere segna anche quella che può definirsi come data di nascita dell'astrofisica, cioè una disciplina nata dalla fusione di fisica e astronomia. E' vero che già la fine della seconda guerra mondiale aveva segnato il concepimento di questa nuova disciplina. Molti fisici e ingegneri che avevano contribuito all'invenzione del radar tornarono alle loro attività accademiche e, desiderando ritornare a una scienza più dedicata allo studio della natura, puntarono i loro nuovi strumenti radio verso il cielo. Ma astronomi e radioastronomi procedettero su binari separati, con mutuo disinteresse, fino all'inizio degli anni sessanta, quando arrivarono le scoperte di Giacconi & Co. (altri fisici) e poco dopo l'identificazione del primo quasar, 3C 273, nel 1963 a opera di Marteen Schmidt. Era oramai evidente che l'astronomia non poteva più ignorare la messe di nuove informazioni che la fisica e l'ingegneria stavano portando, con le nuove finestre osservative a frequenze radio e X: era nata l'astrofisica. Da allora, sono stati 50 anni che hanno rivoluzionato il nostro modo di vedere il cielo. In particolare, nell'ultima ventina di anni la flotta di satelliti per l'astrofisica che ha operato in orbita ci ha regalato una quantità di dati impressionante e solo una parte di essi è stata sfruttata a dovere, mentre il resto è ancora lì che aspetta di essere analizzato e studiato. Ma già quel "poco" è veramente tanto, tantissimo... tanto che non saprei neanche da dove cominciare se volessi compilarne una lista. Forza, quindi, bisogna scrivere altri 50 anni di scoperte di qualità!
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