Oggi 21 giugno, alle ore 01e09 tempo locale, è avvenuto il solstizio
d'Estate, un giorno che riveste un passaggio fondamentale nello
scorrere del tempo e nel susseguirsi delle stagioni.
Nel
suo passaggio al meridiano, il Sole (che si trova nella costellazione dei
Gemelli ai confini delle costellazioni del Toro e di Orione) raggiunge la
massima altezza rispetto all'orizzonte: la colatitudine (90°-latitudine) del
luogo più l’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano orbitale
(circa 23°30'). Alle nostre latitudini (circa 44°10'), al solstizio d'estate il
Sole si viene a trovare alle 13e15 (ora del passaggio al meridiano) a
45°50'+23°30'=69°20' sopra l'orizzonte. Al Tropico del Cancro invece il Sole è allo zenit.
Il
percorso del Sole in cielo è il più lungo di tutto l'anno: in Romagna, il Sole
sorge poco prima delle 05e30 e tramonta alle 21 circa, rimanendo sopra
l'orizzonte ben 15ore e mezza.
E'
l'apoteosi della "metà chiara dell'anno" (vedi post relativo all'equinozio di primavera); da
domani le giornate inizieranno ad accorciarsi, inizialmente in modo quasi
impercettibile poi sempre di più fino ai circa 3 minuti all'equinozio
d'Autunno, dove luce e buio si equivarranno!
E'
questo anche un periodo che testimonia gli antichi rapporti fra l'Uomo e il
Cielo. (vedi post relativo a Stonehenge e il solstizio d'Estate).
Durante
la prima parte della notte campeggia verso sud-ovest la costellazione della
Vergine, la Spigolatrice, con la sua stella più luminosa, Spica; mentre alto
sopra l'orizzonte il Pastore, con la sua stella principale Arturo, conduce per
il cielo i "septem triones", i sette buoi del Grande Carro.
Giugno,
Zogn per noi romagnoli, è il culmine della stagione
primaverile, la stagione della rinascita. Giungono a maturazione i primi
frutti, il grano inizia ad ingiallire e si ritorna a celebrare i matrimoni.
Cita un antico proverbio, tradotto letteralmente dal dialetto: "per
San Barnaba (l'11 giugno) il grano perde il piede (la
radice); secca di notte quanto di giorno".
Infine
legata al solstizio d'Estate è l'altrettanto antica festività di San
Giovanni Battista, che viene sei mesi esatti dopo la festa di San
Giovanni Evangelista del 27 dicembre, cinque giorni dopo il solstizio
d'Inverno. La notte tra il 23 e il 24 giugno era piena di valenze astrali e
credenze superstiziose. I defunti scorazzavano ovunque, dal momento che i
giorni ”si fermavano” incominciando ad accorciarsi. Le popolane e i popolani
cercavano di praticare l’arte divinatoria attraverso la rugiada, la guaza: Guaza
d'San Zvan/ cla è bona pr' corp e pr' e' gran!
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