Il meteo della serata (12 Giugno) si prospettava molto buono
e, a differenza dell’ultima volta, l’organizzazione per la partenza era stata
migliore per cui alle 20.30 ero già in osservatorio, pronto a rimirare nel
mezzo delle luci del tramonto, Venere ed il più difficoltoso Mercurio.
E’ semplice trovare e puntare il pianeta gemello della
Terra, anche senza aiuti tecnologici, data la sua elevata luminosità (mag.
-3,8): al rifrattore, con circa 55 ingrandimenti, appariva come un punto
leggermente disturbato dalle turbolenze dell’atmosfera, data la bassa
elevazione. La vista del pianeta con la temperatura media più alta del Sistema
Solare (circa 450°C)
era invece sconsigliata all’oculare del Cassegrain a 180x dove si evidenziava
un notevole movimento dell’immagine.
Nel frattempo è arrivata Diletta accompagnata
dall’immancabile simpatia e appena saputo cosa era inquadrato ai telescopi, è
corsa a rimirare Venere.
Sfidando il tramonto, abbiamo poi cercato di inquadrare il
debole Mercurio che vanta il primato di escursione di temperatura fra dì e la
notte, circa 600°C.
Utilizzando il piccolo cercatore per avere un campo visuale maggiore… eccolo
apparire come una stella di mag 0,57 relativamente immobile. Dopo una rapida
occhiata dal rifrattore al Cassegrain, era il turno di Diletta che fremeva per
vedere per la prima volta i pianeti più interni del Sistema Solare: dopo
qualche secondo di silenzio è riecheggiata la frase “ma si vede che Mercurio
non è completamente illuminato!”. Preso da meraviglia e un po’ di invidia per
la vista acuta della simpatica ragazza rispetto alla mia, rimetto l’occhio al telescopio
rifrattore: effettivamente insistendo con la visione si poteva vedere il
piccolo (è il caso di dirlo) Mercurio illuminato per metà.
Dopo un breve passaggio sulla Luna, sempre meritevole di
sguardi con i suoi innumerevoli crateri da impatto, abbiamo effettuato in circa
5-10 minuti circa 1200 pose al gigante con gli anelli, ovvero Saturno:
l’immagine risultante visibile di seguito non è delle migliori comunque più che
soddisfacente visti i dettagli che vi si possono notare.
Saturno, 12 Giugno 2013 - 1200 scatti @ 50 ms - Atik Titan colore foc. 10m @ f/20 |
Dopo la preparazione ed il collegamento della strumentazione
a pc e telescopio, abbiamo scattato complessivamente 40 istantanee da 1 minuto
suddivise fra i 3 colori primari RGB + filtri OIII e HA: l’immagine finale,
ottenuta integrando le foto con 20 dark frame realizzati al termine della
serata, è visibile sotto: essa appare sufficientemente nitida e contrastata…
davvero niente male!
M57, 40 scatti @ 60s - Atik 11000 + ruota filtri, foc. 2450mm @ f/5 (immagine ritagliata) |
Arrivederci al prossimo oggetto!
Matteo e Diletta
6 commenti:
ottimo lavoro ragazzi..e pubblicazione in pieno orario.....
M57 niente male davvero ..anzi...
alf
Davvero niente male, ragazzi!
Angelo
bellissime! A questo punto perchè non tentare qualcosa di più difficile (?) ma particolarmente familiare per noi?
http://apod.nasa.gov/apod/ap120417.html
:-)
Ce la possiamo fare?
Al momento direi che è fuori dalla nostra portata. Con il Newton il campo inquadrato è 1/5 di questo dell'Apod
Al limite con il Borg, ma avrebbe una risoluzione inferiore, ma il CCD per ora è allergico al Borg...
Borg(a) miseria! ... Peccato. :-/
Cure per l'allergia? Ne conosciamo?
:-/
Grazie!
Da quello che vedo, l'immagine linkata da Roberto sembra avere un campo di 2 o 3 gradi quindi, come dice Enrico, non sfruttabile sul ccd ma un test sulla fotocamera si può sempre fare...
Ho il pensiero che per ridurre/ovviare agli inconvenienti dell'accoppiata ccd+Borg, potrebbe essere utile ostruire leggermente quest'ultimo (esattamente come si fa con un obiettivo da macchina fotografica) per ridurre certi difetti ottici. Che ne dite?
Rimane poi il fatto che in precedenza l'amico di Enrico aveva fatto delle foto stupende alle Pleiadi con un sensore formato pieno (o sbaglio?) identico a quello della ccd. Quindi... si accettano soluzioni :-)
Ciao!
Matteo.
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