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venerdì 8 aprile 2011

Grossi problemi di fondi alla NASA

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È noto che questi anni sono stati attraversati da una crisi finanziaria internazionale che ha avuto ripercussioni sulla vita di ciascuno di noi. Anche la ricerca scientifica internazionale non è sfuggita a questi problemi. Sento di colleghi che raccontano di tagli al budget degli enti di ricerca del 50%, tagli agli stipendi meno consistenti, ma più dolorosi, colleghi che perdono il lavoro, e tanti altri. Ora, la NASA, il celebre ente spaziale americano sta affrontando una grave crisi: già qualche giorno fa era arrivata la notizia della cessazione dei finanziamenti ai progetti LISA (satellite per onde gravitazionali) e IXO (satellite per l'astronomia X), due progetti fondamentali per l'astrofisica dei prossimi vent'anni. Qui almeno c'è la "scusa"che il James Webb Space Telescope si sta mangiando tutti i fondi disponibili.
Ora invece, c'è un impatto sensibile anche sulle operazioni quotidiane. Infatti, l'amministrazione Obama e il Congresso non si sono accordati sul budget federale e come conseguenza tutti i servizi non essenziali (con esclusione dei militari e polizia) cessano di essere pagati. Dato che la NASA ha impiegati civili, questi cesseranno di essere retribuiti a partire da stanotte (in queste ore) e pertanto molti servizi smetteranno di funzionare. Ho già ricevuto l'avviso (vedi sotto) di possibili disguidi nei servizi per i satelliti Fermi Gamma-ray Space Telescope, Swift, Rossi XTE, e via di seguito. RXTE forse verrà proprio spento, data anche l'età (è in orbita dal 1996), mentre Fermi e Swift continueranno a operare, anche se i dati non potranno essere analizzati in tempo reale, per quanto i centri dati inglese (Leicester) e dell'Agenzia Spaziale Italiana dovrebbero sopperire a questa mancanza.
Non so dirvi come andrà a finire, ma sono piuttosto perplesso nel vedere un Premio Nobel per la Pace che è partito su due piedi per scatenare una guerra (e io non sono neanche pacifista!) e poi fa economia sulla scienza, compromettendo le operazioni di veri e propri gioielli quali Swift e Fermi....

Aggiornamento 9 Aprile: l'accordo è arrivato all'ultima ora! La paralisi è scongiurata, per ora.

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Fermi Gamma-ray Space Telescope

Dear Colleague:
As you may know, there is a possibility that the US government will not reach agreement on federal funding when the current continuing resolution expires at midnight on April 8, 2011. In this event, Federal departments and agencies will not be permitted to incur further financial obligations performing activities funded by annual appropriations, except those related to the orderly suspension of operations or performance of excepted activities. The full impact to Fermi science operations is not yet known, but you can expect some disruption to normal operations.
Possible impacts include:
1) Disruption of FSSC web services, including software repository, documentation, observing timelines, MW coordination pages and data access.
Fermi-LAT data up to the time of the shutdown can be retrieved from the Fermi ASDC site: http://fermi.asdc.asi.it/
2) inability to react to TOO requests.
3) Fermi symposium webpages hosted at Goddard may be unavailable. Please note that you can register for the symposium at the following non-NASA site:
http://people.roma2.infn.it/~glast/fermi-sym2011/form_subscribe.php. We have extended the early registration deadline to April 11.
4) The GBM will reduce the amount of time tagged event data to a period of 5 mins after each GBM trigger.
5) GCN notices announcing GRB detections (including Fermi-GBM and Fermi-LAT) may be interrupted.
The Fermi mission operations center will be staffed. The flight operations team will operate Fermi in survey mode and continue to monitor the performance and safety of the observatory.
Regards,
Julie McEnery

Swift

Members of the Swift community,
The U.S. Government may shut down non-essential services as soon as 04:00 UT on April 9. Operation of the Swift satellite is considered essential and will continue normally. However, routine data processing and access to Swift data at GSFC web sites may be interrupted for the duration of any Government shutdown. Data from observations before a shutdown will continue to be available at the ASI Science Data Center and the UK Swift Science Data Center. Swift will continue to execute GRB responses, Targets of Opportunity and Guest Investigator programs, but the rapid, routine analysis and distribution of the data may be interrupted.

Frank Marshall
Swift Science Center

RXTE

Dear Colleagues,
As you likely know, there is a possibility that the US government will shutdown soon due to the lack of a budget or continuing resolution bill being passed by the Congress. If this happens the shutdown would commence at 12:00 am April 9, and it is likely that significant disruptions to NASA services and operations would result. The full impact to RXTE science operations is not known at this time, but you should expect at a minimum to see some disruption in normal operations. Possible impacts include:
1) inability to react to TOO requests.
2) cessation of normal data processing.
3) disruption in data distribution and availability.
4) dramatically reduced observing schedule.
5) loss of normal email and RXTE website communication services.
We of course hope that a shutdown is averted, but these events are beyond our control. This message is simply a notice to the community to expect some level of disruption should a shutdown occur.
Regards,
Tod (for the RXTE team)

mercoledì 6 ottobre 2010

Libera scienza in libero stato

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"LIBERA SCIENZA IN LIBERO STATO" (Rizzoli) è l'ultimo libro dell'infaticabile Margherita Hack, famosissima astrofisica e apprezzata divulgatrice scientifica. Ieri sera, nell'ambito della rassegna culturale denominata "Caffé letterario", l'autrice ha presentato il suo libro nella sala conferenze di un noto hotel lughese. E naturalmente è stato un bagno di folla!
Margherita, con la consueta energia e passione, a dispetto dei suoi 88 anni, ha spiegato i motivi per cui in Italia la cultura scientifica continua ad incontrare una diffidenza generalizzata e ad essere considerata una cultura di seconda serie.
Come sempre la nota astrofisica ha conquistato una platea attenta e interessata.
E naturalmente in tale contesto non poteva mancare la presenza importante della nostra associazione, nella persona del grande Loris, che ha accompagnato la Hack nella sua giornata lughese!

martedì 11 maggio 2010

La Medaglia Zeldovich di Astrofisica ad un ricercatore italiano

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Per la prima volta è un italiano, Vito Sguera dell'INAF, ad aggiudicarsi la Zeldovich Medal per l'astrofisica, un ambìto riconoscimento internazionale per ricercatori under35.
Vito Sguera, originario di Barletta, si trovava a Southampton per il PhD quando ha avuto l'intuizione vincente che gli ha permesso di identificare gli SFXT, acronimo di “Supergiant Fast X-ray Transients”, ovvero sistemi binari della nostra galassia che, a differenza dei loro parenti più comuni, non emettono raggi X in modo persistente, ma solo ogni tanto e per tempi brevissimi.
Sono i velocisti della galassia! Si attivano e disattivano in modo così repentino da essere sfuggiti allo sguardo degli astronomi per anni. Ma non a quello tenace di Vito Sguera, ricercatore all'INAF-IASF Bologna. Spulciando uno ad uno i fotogrammi ripresi dallo strumento IBIS a bordo del satellite dell'ESA Integral, Sguera alla fine è riuscito a inchiodarli con le mani nel sacco.
«Nel campo delle alte energie, di solito i dati si integrano», spiega Sguera, «perché più il tempo di osservazione è lungo e più segnale si riesce ad accumulare. Io ho seguito il percorso opposto: invece di sommare le osservazioni, le ho spezzettate in intervalli via via sempre più piccoli. È così che sono riuscito a isolare il comportamento anomalo di queste sorgenti. Un po' come avviene in fotografia: i tempi d'esposizione lunghi sono perfetti per ritrarre un gufo nella notte, immobile sul ramo d'un albero. Ma se vuoi immortalare l'istante in cui aggredisce la preda, devi passare a tempi molto più brevi».
Per il suo contributo fondamentale alla scoperta di questa nuova classe di sorgenti, l'Accademia Russa delle Scienze e il Comitato internazionale per la ricerca spaziale (COSPAR) hanno deciso di assegnare proprio a Sguera la Zeldovich Medal, un premio internazionale istituito in memoria del fisico sovietico Yakov Borisovich Zeldovich, scomparso nel 1987, e conferito ogni due anni a ricercatori under-35 che si siano distinti nel loro campo di ricerca. La cerimonia di premiazione si terrà a Brema (Germania) il prossimo 19 luglio, durante l'assemblea internazionale del COSPAR. E per la prima volta da quando il premio è stato istituito, a ricevere l'ambìta medaglia, per la sezione astrofisica, sarà un ricercatore italiano.

sabato 6 febbraio 2010

Le scelte di Obama

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Come era stato anticipato dalle indiscrezioni dei giorni scorsi, l’Amministrazione Obama ha modificato drasticamente le priorità della NASA, cancellando il programma Constellation, che entro il 2020 avrebbe dovuto riportare l’uomo sulla Luna.


Due considerazioni personali.
La prima, breve, anche perché il ragionamento porterebbe inevitabilmente ad indagare le miserie dell’animo umano. Sono dell’opinione che si è persa l’ennesima occasione per sviluppare un grande progetto che, come lo fu a suo tempo il Progetto Apollo, avrebbe potuto essere da traino per la ricerca nei prossimi 10-12 anni. E invece, nella necessità di contenere le spese, è sempre la ricerca scientifica a dover cedere il passo. Mi viene da aggiungere con rassegnata amarezza, mentre gli investimenti per gli armamenti crescono inesorabilmente…
Seconda considerazione. Da noi la notizia è passata come un semplice taglio alla missione che avrebbe dovuto riportare l’uomo sulla Luna entro il 2020; anche il presidente democratico Obama taglia la ricerca!
Ma la verità è che se da una parte il presidente propone di cancellare Constellation, un progetto in cui non sembrava credere davvero nessuno, dall'altra ha chiesto di aumentare il budget della NASA di ben 6 miliardi di dollari nel quinquennio 2011-2015. E in generale, ha chiesto un aumento del 5.9% della spesa per la ricerca scientifica.


E in Italia? In Italia, per motivi semplicemente politici (ma sarebbe meglio dire, bassamente politici) un politico di professione insulta la senatrice a vita e premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini; in Italia, sempre per motivi politici, una ex soubrette televisiva ed ora deputata si reputa in grado di giudicare le capacità scientifiche del direttore generale del CERN Luciano Maiani e insulta il premio Nobel per la fisica Sheldon Glashow, che lo difende.
In Italia la ricerca è dimenticata.
“Quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito.” E i nostri politici cosa guardano?

lunedì 9 giugno 2008

Che sia la volta buona?

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Che sia la volta buona per GLAST? Sembra che i problemi col secondo stadio del vettore Delta II siano stati risolti e i serbatoi sono stati riempiti con l'ossigeno liquido. Sembra quindi che ora si proceda per il lancio, previsto - per ora - per il giorno 11 giugno, con la finestra di lancio invariata (17:45-19:40 ora italiana). Speriamo veramente che sia la volta buona!

A proposito di GLAST, segnalo un curioso, interessante e forse un pelino polemico articolo di Massimo Gramellini apparso il 6 giugno scorso su La Stampa (vedi anche la versione online). E aggiungo che fa il paio con un breve pezzo di Giovanni Caprara apparso sabato 7 giugno sul Corriere della Sera. Lascio a voi ogni possibile commento...

Ultim'ora! 9 giugno ore 17:10
GLAST ha appena superato anche la Launch Readiness Review e quindi si va al lancio il giorno 11 giugno!

11 Giugno 2008: lancio!
Diretta su NASA TV al sito:

martedì 6 novembre 2007

Spazio, ultima frontiera...

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Prendo al volo lo spunto di Roberto per parlare di spazio e attività spaziali, argomento che mi tocca da vicino: infatti, pur rimanendo - purtroppo - con i piedi per terra, nella mia attività di ricercatore uso intensivamente i satelliti per l'astrofisica alle alte energie (X e gamma), ho partecipato alla realizzazione di un satellite (INTEGRAL) e sono coinvolto nella realizzazione di altri.

Konstantin Tsiolkovsky è uno dei padri della moderna astronautica e una volta disse che se la Terra è la culla dell'Umanità, non si può rimanere nella culla per sempre.

Tuttavia, c'è gente che vorrebbe rimanere bébé per sempre e tira fuori che ci sono "ben altri problemi" da trattare prima di andare a bighellonare nello spazio. Come però nota la Di Giorgio, anche se i costi di un'autostrada e della ISS sono comparabili, il ritorno che dà l'una o l'altra sono molto differenti.

Pensiamo al Programma Apollo, che costò 135 miliardi di dollari (valuta al 2006), ma oltre a portare l'Uomo sulla Luna ha dato innumerevoli ricadute tecnologiche di cui tutti noi usufruiamo ancora oggi: dai circuiti integrati alle celle a combustibile o al tessuto pile, oggi molto diffuso sul mercato per caldissime felpe e maglie, ma che all'inizio degli anni settanta era parte del vestiario degli astronauti.

In altre parole, mentre l'attività spaziale - e la ricerca in genere - è sempre un investimento per il futuro (cioè è finanza), le spese per un'autostrada sono parte dell'economia di tutti i giorni (ndr: ovvero SPESE).

Oggi si fa ancora troppo poco per la parte di investimento, soprattutto in Italia - come è noto dalla notte dei tempi, perché si pensa troppo all'economia quotidiana.

A tutt'oggi (fine 2007), gli obiettivi stabiliti dal Consiglio Europeo nella seduta di Lisbona nel 2000 e da raggiungere entro il 2010, appaiono un miraggio irraggiungibile.

Da notare che questi obiettivi, con una fortissima ricaduta sociale (proprio i "ben altri problemi"), sono attuabili solo con un forte investimento nella ricerca.

In Italia, sembra che ci sia oggi qualche timido segnale di inversione di tendenza, ma è ancora subissato dai cultori dei "ben altri problemi". Senza contare che la disastrosa gestione nei decenni passati delle Università e degli Enti di Ricerca, usati come serbatoi di consenso o ammortizzatori sociali piuttosto che come centri nevralgici per il futuro del paese, ha creato una situazione istituzionale dove, anche se oggi si facessero forti investimenti, questi non troverebbero l'humus adatto per fruttare.

Si potrebbe continuare ancora e ancora, ma alla fine il succo del discorso è sempre quello: se si fa solo economia, prima o poi le risorse finiranno e allora anche i "ben altri problemi" non potranno essere risolti. Se si guarda più in là del proprio naso, molto più in là - cioè se si fa finanza - allora, per ogni euro investito ci sarà un ritorno sul lungo periodo molto maggiore di quanto si possa immaginare con enormi ricadute sociali.

Uno dei problemi è che il "lungo periodo" va al di là dell'orizzonte degli eventi per il politico medio, fisso alla durata di una legislatura.

Pensiamo ancora al programma Apollo: dopo quasi 40 anni, le sue ricadute sono abbastanza diffuse, almeno nei paesi del mondo occidentale, anche se i cambiamenti principali sono iniziati negli anni 80 con l'avvento dei personal computers, a oltre 10 anni dal programma Apollo.

In ogni caso la domanda è: esiste qualche politico in Italia capace di guardare così in là?


lunedì 5 novembre 2007

I Costi dello Spazio per Italia ed Europa ( Pane e Cipolle ? )

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Mi permetto di rilanciare dal Blog di "Le Scienze" un interessante intervento della Dr.ssa Claudia Di Giorgio. Lascio a voi tutti decidere se seguire e approfondire l'argomento o meno, ma ritengo che contenga delle considerazioni di cui è opportuno prendere coscienza... ammesso che i dati citati siano "veritieri", in quanto... appaiono alquanto "incredibili". Sicuramente, si può dire che il rapporto tra "spesa" e "risultato" è interessante pur lasciando tutte le "inquietanti" perplessità relative al "cosa si potrebbe fare con un serio impegno economico"... o no?




Una delle cose importanti che ho riportato a casa dal viaggio in Florida per il lancio del Discovery è una frase di Alan Thirkettle, responsabile del programma ESA per la stazione spaziale, durante una conferenza stampa prima del decollo. Parlando dell’importanza del Nodo 2, e più in generale della stazione, Thirkettle ha detto “l’Europa ha speso 5 miliardi di euro per la stazione spaziale, equivalenti a circa 100 chilometri di autostrada“.

Lo ammetto, ho sobbalzato. Di autostrade non so un piffero, salvo il fatto che le evito più che posso, e non mi era mai venuto in mente di fare un confronto tra i costi dello spazio e quelli delle strade. Credo però di poter affermare con una certa sicurezza che la costruzione di un’autostrada non comporti l’uso, né tantomeno lo sviluppo, di tecnologie particolarmente avanzate. In termini di ricerca applicata, innovazione tecnologica, vantaggio competitivo e progressi della società delle conoscenze, insomma, lo spazio dovrebbe rendere più delle autostrade…

Su questo punto siamo d’accordo? Mi rivolgo in particolare ad Andrea, il cui commento mi ha dato la scusa per scrivere questa cosa che mi sta sullo stomaco da tempo, e a tutti coloro che pensano, in assoluta buona fede (con quelli in malafede non serve molto discutere, no?), che spendere soldi per lo spazio sia un colpevole lusso: l’equivalente di andare a cena in un ristorante a cinque stelle lasciando i figli a casa a mangiar pane e cipolle.

Il problema è che, mettendo da parte confronto tra spazio e autostrade rispetto ai vantaggi di cui sopra, il denaro investito nello spazio corrisponde a pane e cipolle, non al ristorante di lusso. In numeri assoluti.

Come dicevo, di autostrade non so nulla, ma dato che a fare giornalismo scientifico qualcosa si impara, sono andata a cercare una conferma della cifra citata da Thirkettle. Ora, non so lui a quali autostrade si riferisse; io ho chiesto direttamente al nostro Ministero delle Infrastrutture, dove un gentilissimo signore ha speso alcuni minuti del suo tempo per spiegarmi che, facendo una media e senza entrare nel dettaglio, costruire un’autostrada italiana costa tra i 20 e i 25 milioni di euro al chilometro. Attenzione: SOLO la costruzione, e solo del piano preliminare, quindi senza costi aggiuntivi quali adeguamenti a infrastrutture esistenti o compensazioni a comuni, privati e così via, nel qual caso il costo magari raddoppia. Allora: lasciando perdere il secondo tipo di costi, (e quelli causati da ritardi, errori, intrallazzi e amenità varie), diciamo che 100 km di autostrada costano, nella migliore delle ipotesi, 2 miliardi di euro. (In realtà, spesso va peggio: date un’occhiata alle cifre di questo comunicato della Società Autostrade).

Per cui, Thirkettle si è sbagliato: l’Europa, tutta insieme, e nell’arco di quasi dieci anni, ha speso per la Stazione spaziale l’equivalente della costruzione del piano preliminare per 200 chilometri di autostrade italiane.

Pane e cipolle, appunto.

P.S. Si vede che certi confronti sono nell’aria. Nel numero di dicembre di Le Scienze, nella rubrica Astri & particelle, Roberto Battiston riferisce che la sonda spedita dalla Cina verso la luna è costata 130 milioni di euro: quanto due km di metropolitana a Pechino…

P.P.S. A scanso di equivoci, non sto dicendo che non bisogna costruire le autostrade. Sto solo cercando di mettere in prospettiva i famosi “miliardi dilapidati nello spazio”… Volendo continuare a giocare con le autostrade, per esempio, con il costo complessivo del programma COSMO-SkyMed, il più costoso mai intrapreso dall’Italia, non si arriva nemmeno da Roma a Santa Severa.