Il satellite GIOVE-B è stato inserito in un'orbita di media altitudine attorno alla Terra con un razzo Soyuz/Fregat, partito dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan grazie all'operatore di lancio Starsem.
Il decollo è avvenuto alle 04:16 ora locale del 27 aprile (00:16 ora solare dell'Europa Centrale).
L'ultimo stadio del Fregat ha eseguito una serie di manovre per raggiungere un'orbita circolare a un'altitudine di circa 23.200 km, con un'inclinazione di 56 gradi rispetto all'Equatore, prima di effettuare in sicurezza l'inserimento del satellite in orbita circa 3 ore e 45 minuti più tardi. I due pannelli solari che generano l'elettricità necessaria all'alimentazione sono stati correttamente dispiegati alle 05:28CEST.
Questo satellite di 500 kg è stato realizzato da un team industriale europeo guidato da Astrium GmbH. Thales Alenia Space si è occupata dell'integrazione e del collaudo a Roma.
Due anni dopo il grande successo della missione GIOVE-A, questo ultimo satellite segnerà la continuità nella dimostrazione di tecnologie fondamentali per i carichi utili dei futuri satelliti operativi di Galileo.
Il 7 maggio il satellite GIOVE-B ha iniziato a trasmettere i segnali di navigazione. Forse la definizione di “giornata storica” è un po’ logora, ma certamente è stata una giornata importante, a lungo attesa dell’Europa.
Facciamo il punto della situazione.
Dopo il lancio, GIOVE-B ha completato le manovre di assestamento in orbita e il 7 maggio ha iniziato a trasmettere dati che vengono raccolti in varie strutture, come per esempio il GIOVE-B Control Centre della Telespazio, Fucino, il Galileo Processing Centre, presso il centro ESTEC dell’ESA, in Olanda, la stazione di terra dell’ESA di Redu, in Belgio, e la Rutherford Appleton Laboratory (RAL) Chilbolton Observatory del Regno Unito. Redu e Chilbolton sono grandi antenne che ci danno la possibilità di controllare la bontà del segnale ricevuto in tempo reale. E siamo tutti soddisfatti, al momento.
Uno degli aspetti più rilevanti è che GIOVE-B trasmette secondo la modalità MBOC (multiplexed binary offset carrier), sul quale si sono accordati Unione Europea e Stati Uniti nel luglio 2007. Tecnicamente si tratta della scelta di un’opportuna forma d’onda per trasportare il segnale, ma nella pratica significa semplicemente che i satelliti del sistema di navigazione europea Galileo e quelli della futura generazione del sistema GPS statunitense parleranno lo stesso linguaggio.
Dunque, almeno in teoria, un ricevitore potrà utilizzare sia i dati di Galileo che quelli del GPS III. La stabilità dei segnali di GIOVE-B è poi garantita dal funzionamento di un orologio atomico che si basa su un maser passivo a idrogeno.
GIOVE-B |
Al di là dei dettagli tecnici, questo significa che Galileo sarà più preciso dell’attuale GPS e che fornirà indicazioni affidabili anche in luoghi difficili, come per esempio gli interni o i centri cittadini. In che modo?
C’è anche un altro ostacolo da superare legato alle interferenze: in prossimità della frequenza usata dal segnale di navigazione satellitare, esistono altre frequenze usate per altri servizi. La scelta fatta sul segnale hanno dovuto tener conto di tutto ciò e con un discreto successo, visto che Galileo permette una risoluzione, cioè una indeterminazione massima, dell’ordine del metro contro le decine di metri del GPS. Inoltre l’altissima stabilità degli orologi atomici a bordo dei satelliti, come ho già detto, rende affidabili nel tempo le caratteristiche del segnale stesso.
La tecnologia del sistema Galileo applicata alla vita quotidiana |
Allo stesso modo, GIOVE-B sarà fondamentale per mettere alla prova concreta la comunicazione fra satellite per la navigazione e navigatori veri e propri. Se questa fase, come ci attendiamo, sarà soddisfacente, passeremo a quella successiva, che prevede entro il 2010, il lancio di quattro satelliti operativi utilizzati per la validazione del segmento spaziale di base di Galileo e il relativo segmento terrestre. Una volta completata la fase di validazione in orbita (IOV), verranno lanciati e resi operativi i rimanenti satelliti necessari a raggiungere la piena capacità operativa (FOC), che prevede il dispiegamento di una costellazione di 30 satelliti identici.
Il lanciatore Soyuz-Fregat con a bordo GIOVE-B |
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