Il 25 maggio, dopo un viaggio iniziato il 4 agosto 2007 e lungo 680 milioni di chilometri, il lander Phoenix si è posato sul suolo marziano.
http://antaresnotizie.blogspot.com/2007/08/partita-la-missione-phoenix.html
E' la sesta volta che si riesce nell'intento di posare un lander sulla superficie del pianeta rosso, dopo Viking1, Viking2, Mars Pathfider, Spirit e Opportunity, tutti americani. Ricordiamo anche che la statistica non mai stata particolarmente favorevole a questo tipo di missione: sei su dodici rappresentano infatti una percentuale di riuscita del 50% tondo tondo! Non molto, considerando i costi di questi progetti; la missione Phoenix, in particolare, è costata 420 milioni di dollari...
Non a caso Phoenix deve il proprio nome al fatto di essere rinata, come la mitologica fenice, dalle ceneri di una missione cancellata dalla Nasa dopo il fallimento nel 1999 di Polar Lander, una sonda scesa al polo sud di Marte e subito andata perduta, sembra per un errore del software che identificò erroneamente la vibrazione dovuta al dispiegamento delle "zampe" del lander come l'impatto con il suolo marziano, spegnendo i motori di discesa quando era a 40 metri di altezza.
Phoenix, dopo i due Viking, è anche il terzo lander a completare un atterraggio "morbido" sul suolo marziano, grazie ad un sistema di razzi frenanti.
Vedere: http://apod.nasa.gov/apod/ap080525m.html
Dal momento che i dintorni di Marte sono piuttosto affollati, le manovre di atterraggio sono state seguite contemporaneamente, primo caso nella storia dell'esplorazione del pianeta rosso, da ben tre sonde in orbita al momento dell'arrivo della Phoenix: le americane Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter e l'europea Mars Express Orbiter. A tal proposito si può vedere l'immagine ripresa dalla Mars Reconnaissance Orbiter, quando Phoenix si trovava a 750 km di quota con il paracadute di 10 metri dispiegato: http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap080527.html
Veramente incredibile!
Il sito di atterraggio prescelto, in una regione vicino al polo nord del pianeta chiamata in modo informale "Green Valley", è stato scelto perché, in base ai dati pervenuti dalle sonde attualmente in orbita attorno al pianeta, contiene la maggior concentrazione di acqua ghiacciata al di fuori dei poli.
Alla piena operatività di Phoenix manca solo il dispiegamento del suo braccio robotico lungo 2,3 metri, ma per l'operazione è necessario attendere ancora qualche giorno. Grazie al braccio robotico e al laboratorio di analisi chimiche che ha a bordo, Phoenix dovrebbe confermare o meno la presenza di ghiaccio immediatamente sotto la superficie marziana.
Buon lavoro Phoenix!
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