La Romagna è piccola
e il mondo par grande,
la Terra è un puntino
nell'universo che si espande.
Venerdì 6 Novembre, abbiamo incontrato un uomo "speciale" che è tra i pochi che hanno potuto vivere lo spazio e ammirare il nostro pianeta dalla stazione spaziale, l'astronauta Maurizio Cheli. Nella straordinarietà della sua esperienza risalta l'umiltà e la schiettezza della persona unità alla praticità del suo pensiero che, inevitabilmente, lo ha ricondotto al termine della sua missione, ad un'unica conclusione : viviamo in un pianeta unico ed eccezionale sul quale resistono in un fragile equilibrio condizioni straordinarie e non replicabili se non in luoghi irraggiungibili sperduti nello spazio ed a noi ancora sconosciuti. Ascoltare queste parole che corrispondono alle stesse identiche che durante le nostre serate pubbliche pronunciamo instancabilmente da anni ha provocato un brivido improvviso in molti di noi, riconfermandoci che non si tratta di semplice divulgazione ma di un'attività particolarmente significativa, specialmente se svolta con sincera passione. Molti ascoltano e annuiscono ma poi si smarriscono chiedendosi cosa mai si possa fare personalmente per i problemi che affliggono il pianeta e che sono così importanti ma troppo grandi per le singole persone "normali".
Cheli ci ha offerto un aneddoto interessante sul quale invitiamo tutti a riflettere, specialmente utile per tutti coloro che hanno l'abitudine di pronunciare frasi del tipo: "Ah, ma tanto non cambia mai nulla... cosa vuoi che conti quello che faccio io?" oppure "Tanto nessuno farà mai qualcosa". Ebbene, il piccolo Colibrì, avvedutosi dell'incendio scoppiato nella foresta, corre veloce al fiume, preleva una goccia di acqua e la porta sull'incendio. Gli altri uccelli, sbalorditi, l'osservano e gli chiedono cosa pensa di fare con quella misera goccia. Il Colibrì imperterrito prosegue la sua opera rispondendo : "Io dò il mio contributo nei limiti delle mie capacità. Se tutti faranno la stessa cosa, poichè siamo in tanti, tanti piccoli contributi sommati tra loro produrrano un grande risultato e anche il fuoco più grande potrà essere spento."
Quindi se vogliamo veramente vedere qualcosa che cambia occorre abbandonare il fatalismo e la rassegnazione e mettersi in gioco, contribuire nei limiti delle proprie capacità, ma contribuire ogni giorno e non aspettare che "altri" provvedano.
Vedere
la Terra e ciò che c'è nello spazio e prendere coscienza di ciò unitamente al conoscere ciò che accade
sulla superficie del pianeta, rende ancora più drammatico arrivare alla
conclusione che se non saremo in grado di proteggerlo da noi stessi
metteremo a repentaglio l'esistenza del genere umano.
Tutte le divisioni e le "frivolezze" umane si rivelano inconsistenti di fronte a tali considerazioni... eppure accade ciò che accade e la pura follia di "pochi" rende il mondo attuale come una polveriera pronta ad esplodere. Bisognerebbe che la miccia provocasse una esplosione inversa, ovvero generasse l'unione e la collaborazione dei popoli eclissando la follia e rilanciando una sincera unitarietà di intenti... ma questa idea, per nulla originale, appare ancora come fantascienza.
[RB]
NEWSLETTER UAI - 16 NOVEMBRE 2015
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I tragici e sconvolgenti eventi di venerdì notte scorsa, ci fanno tutti stringere idealmente attorno ai familiari ed amici delle vittime di questo ennesimo vigliacco attacco terroristico e di nuovo in uno dei cuori pulsanti della civiltà umana, la “ville lumière”…
Come Europei, come cittadini e come uomini non possiamo che provare sentimenti di smarrimento e profonda tristezza nel dover constatare che purtroppo esistono altri “uomini” in grado di concepire e portare, ahimè, a termine, azioni di questo tipo.
Ed ancor più come astrofili ed appassionati della scoperta dell’universo che ci circonda e del pianeta che ci ospita, ci chiediamo: perché tutto ciò ?
Non siamo tutti "sotto lo stesso cielo?"
Un cielo – e ovviamente una Terra (forse molte Terre…) con la moltitudine di esseri viventi che la popolano - bellissimo, affascinante ed emozionante, sia che lo guardiamo con gli occhi dello scienziato e dell’appassionato, sia che lo guardiamo con gli occhi del più ignaro e semplice uomo, e persino se lo guardiamo con gli occhi di un terrorista, accecato da una fanatica rabbia verso la vita e, in fondo, anche verso sé stesso.Forse, è anche un po’ questo il senso del nostro impegno come associazione: dare un piccolo contributo affinchè siano sempre di più a farsi queste domande e trovare le giuste risposte, al di là ed oltre ogni “credo”, ogni fanatismo, ogni odio.
Continuando ad augurarci “cieli sereni”…
UAI - Unione Astrofili Italiani
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