martedì 27 maggio 2008
Phoenix, nuovo lander su Marte!
http://antaresnotizie.blogspot.com/2007/08/partita-la-missione-phoenix.html
E' la sesta volta che si riesce nell'intento di posare un lander sulla superficie del pianeta rosso, dopo Viking1, Viking2, Mars Pathfider, Spirit e Opportunity, tutti americani. Ricordiamo anche che la statistica non mai stata particolarmente favorevole a questo tipo di missione: sei su dodici rappresentano infatti una percentuale di riuscita del 50% tondo tondo! Non molto, considerando i costi di questi progetti; la missione Phoenix, in particolare, è costata 420 milioni di dollari...
Non a caso Phoenix deve il proprio nome al fatto di essere rinata, come la mitologica fenice, dalle ceneri di una missione cancellata dalla Nasa dopo il fallimento nel 1999 di Polar Lander, una sonda scesa al polo sud di Marte e subito andata perduta, sembra per un errore del software che identificò erroneamente la vibrazione dovuta al dispiegamento delle "zampe" del lander come l'impatto con il suolo marziano, spegnendo i motori di discesa quando era a 40 metri di altezza.
Phoenix, dopo i due Viking, è anche il terzo lander a completare un atterraggio "morbido" sul suolo marziano, grazie ad un sistema di razzi frenanti.
Vedere: http://apod.nasa.gov/apod/ap080525m.html
Dal momento che i dintorni di Marte sono piuttosto affollati, le manovre di atterraggio sono state seguite contemporaneamente, primo caso nella storia dell'esplorazione del pianeta rosso, da ben tre sonde in orbita al momento dell'arrivo della Phoenix: le americane Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter e l'europea Mars Express Orbiter. A tal proposito si può vedere l'immagine ripresa dalla Mars Reconnaissance Orbiter, quando Phoenix si trovava a 750 km di quota con il paracadute di 10 metri dispiegato: http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap080527.html
Veramente incredibile!
Il sito di atterraggio prescelto, in una regione vicino al polo nord del pianeta chiamata in modo informale "Green Valley", è stato scelto perché, in base ai dati pervenuti dalle sonde attualmente in orbita attorno al pianeta, contiene la maggior concentrazione di acqua ghiacciata al di fuori dei poli.
Alla piena operatività di Phoenix manca solo il dispiegamento del suo braccio robotico lungo 2,3 metri, ma per l'operazione è necessario attendere ancora qualche giorno. Grazie al braccio robotico e al laboratorio di analisi chimiche che ha a bordo, Phoenix dovrebbe confermare o meno la presenza di ghiaccio immediatamente sotto la superficie marziana.
Buon lavoro Phoenix!
GLAST verso il lancio...
venerdì 16 maggio 2008
La Cometa Boattini s'avvicina e aumenta di luminosità!
Il 15 giugno la Cometa Boattini si muoverà a 41 ° a sud del Sole ed entrerà nel cielo mattutino. Poi il 24 giugno raggiunge il perielio, posto a 0.85 unità astronomiche dal Sole e 0,24 unità astronomiche dalla Terra. La magnitudine allora potrebbe arrivare a 5 o forse qualcosa di meno!
Gli osservatori dell’emisfero Nord avranno la loro possibilità di osservare la cometa di Boattini ai primi di luglio, quando attraverserà il Toro ed entrerà nella costellazione della Balena. Ma allora essa dovrebbe essere diminuita verso la 6° 7° magnitudine.
Ma ogni cometa dopo il perielio può presentare delle sorprese…e aggiungendo il fatto che la cometà sta diventando più luminosa del previsto, le speranze a luglio (quando sarà più alta sull'orizzonte) di poter godere di uno spettacolo imprevisto sono decisamente aumentate!
Nota: Questo oggetto non deve essere confuso con un’altra Cometa Boattini, la C/2008 J1, la seconda scoperta dal bravo astronomi italiano, che è molto minore di luminosità (magnitudine 14) e attualmente si trova nella costellazione della Volpetta.
giovedì 15 maggio 2008
WORLD WIDE TELESCOPE ! News da Microsoft !
Arriva il telescopio virtuale e lo spazio si naviga al computer
di ALESSIA MANFREDI (Articolo da REPUBBLICA.IT)
Arriva il telescopio virtuale e lo spazio si naviga al computer. Il World Wide Telescope
Dove si trova esattamente Saturno? Quali dimensioni ha rispetto alla Terra? C'è davvero un enorme buco nero al centro della Via Lattea? Per scoprirlo e viaggiare nello spazio, ora basta un computer. La nuova guida spaziale lanciata da Microsoft si chiama World Wide Telescope: un'applicazione, per ora disponibile in beta, che mette a disposizione un enorme patrimonio di immagini dai telescopi più importanti della terra o orbitanti, e milioni di dati, creando per appassionati, curiosi o addetti ai lavori, un cielo navigabile e "zoomabile" a portata di clic.
GUARDA LE IMMAGINI
Ci sono voluti più di sei anni a Redmond per mettere a punto l'occhione virtuale, un super browser che apre la porta sullo spazio e trasforma il desktop in un osservatorio astronomico. Per usarlo ci vuole un computer che utilizzi gli ultimi sistemi operativi Microsoft - Windows XP o Vista - e l'applicazione è disponibile gratuitamente dal sito. A differenza di altre simili, come Google Sky, l'interfaccia è stato creato in modo da essere ottimizzato per l'esplorazione spaziale.
Si parte e ci si trova in una specie di film interattivo: il cielo - con stelle, pianeti e costellazioni - si può esplorare con la luce naturale, a raggi infrarossi o X. Si zooma sull'oggetto che si vuole vedere più da vicino e si possono anche scegliere le immagini che si preferiscono, tra quelle catturate da Hubble, dall'osservatorio Chandra, o della Nasa, che insieme a diverse istituzioni scientifiche ha partecipato al progetto. Si può selezionare anche la prospettiva, da diversi punti della terra, navigando nel passato di stelle e galassie o dando un'occhiata a come appariranno in futuro.
A questa enorme enciclopedia visiva si aggiungono poi astronomi ed esperti, che, attraverso percorsi guidati, spiegano ad esempio come stelle e pianeti si condensano nella Via Lattea, scortano in un giro virtuale nelle galassie di milioni e milioni di anni fa, o magari fanno vedere le lune di Giove che orbitano intorno al pianeta.
Tutto in un unico posto: "La Nasa raccoglie ogni giorno immagini spettacolari da molti telescopi. Ma avere una singola applicazione che permette di averle tutte a disposizione, vedendo come si relazionano le une alle altre dà un'incredibile opportunità di indagare ed esplorare", dice l'astronomo Robert Hurt, che lavora al telescopio Spitzer della Nasa.
E Bill Gates spera che il telescopio virtuale diventi un'occasione per ispirare i più giovani a esplorare astronomia e scienza, oltre che aiutare i ricercatori a comprendere meglio l'universo, guardandolo un po' più da vicino.
(15 maggio 2008)
GIOVE-B - Satellite europeo di navigazione
Il satellite GIOVE-B è stato inserito in un'orbita di media altitudine attorno alla Terra con un razzo Soyuz/Fregat, partito dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan grazie all'operatore di lancio Starsem.
Il decollo è avvenuto alle 04:16 ora locale del 27 aprile (00:16 ora solare dell'Europa Centrale).
L'ultimo stadio del Fregat ha eseguito una serie di manovre per raggiungere un'orbita circolare a un'altitudine di circa 23.200 km, con un'inclinazione di 56 gradi rispetto all'Equatore, prima di effettuare in sicurezza l'inserimento del satellite in orbita circa 3 ore e 45 minuti più tardi. I due pannelli solari che generano l'elettricità necessaria all'alimentazione sono stati correttamente dispiegati alle 05:28CEST.
Questo satellite di 500 kg è stato realizzato da un team industriale europeo guidato da Astrium GmbH. Thales Alenia Space si è occupata dell'integrazione e del collaudo a Roma.
Due anni dopo il grande successo della missione GIOVE-A, questo ultimo satellite segnerà la continuità nella dimostrazione di tecnologie fondamentali per i carichi utili dei futuri satelliti operativi di Galileo.
Il 7 maggio il satellite GIOVE-B ha iniziato a trasmettere i segnali di navigazione. Forse la definizione di “giornata storica” è un po’ logora, ma certamente è stata una giornata importante, a lungo attesa dell’Europa.
Facciamo il punto della situazione.
Dopo il lancio, GIOVE-B ha completato le manovre di assestamento in orbita e il 7 maggio ha iniziato a trasmettere dati che vengono raccolti in varie strutture, come per esempio il GIOVE-B Control Centre della Telespazio, Fucino, il Galileo Processing Centre, presso il centro ESTEC dell’ESA, in Olanda, la stazione di terra dell’ESA di Redu, in Belgio, e la Rutherford Appleton Laboratory (RAL) Chilbolton Observatory del Regno Unito. Redu e Chilbolton sono grandi antenne che ci danno la possibilità di controllare la bontà del segnale ricevuto in tempo reale. E siamo tutti soddisfatti, al momento.
Uno degli aspetti più rilevanti è che GIOVE-B trasmette secondo la modalità MBOC (multiplexed binary offset carrier), sul quale si sono accordati Unione Europea e Stati Uniti nel luglio 2007. Tecnicamente si tratta della scelta di un’opportuna forma d’onda per trasportare il segnale, ma nella pratica significa semplicemente che i satelliti del sistema di navigazione europea Galileo e quelli della futura generazione del sistema GPS statunitense parleranno lo stesso linguaggio.
Dunque, almeno in teoria, un ricevitore potrà utilizzare sia i dati di Galileo che quelli del GPS III. La stabilità dei segnali di GIOVE-B è poi garantita dal funzionamento di un orologio atomico che si basa su un maser passivo a idrogeno.
GIOVE-B |
Al di là dei dettagli tecnici, questo significa che Galileo sarà più preciso dell’attuale GPS e che fornirà indicazioni affidabili anche in luoghi difficili, come per esempio gli interni o i centri cittadini. In che modo?
C’è anche un altro ostacolo da superare legato alle interferenze: in prossimità della frequenza usata dal segnale di navigazione satellitare, esistono altre frequenze usate per altri servizi. La scelta fatta sul segnale hanno dovuto tener conto di tutto ciò e con un discreto successo, visto che Galileo permette una risoluzione, cioè una indeterminazione massima, dell’ordine del metro contro le decine di metri del GPS. Inoltre l’altissima stabilità degli orologi atomici a bordo dei satelliti, come ho già detto, rende affidabili nel tempo le caratteristiche del segnale stesso.
La tecnologia del sistema Galileo applicata alla vita quotidiana |
Allo stesso modo, GIOVE-B sarà fondamentale per mettere alla prova concreta la comunicazione fra satellite per la navigazione e navigatori veri e propri. Se questa fase, come ci attendiamo, sarà soddisfacente, passeremo a quella successiva, che prevede entro il 2010, il lancio di quattro satelliti operativi utilizzati per la validazione del segmento spaziale di base di Galileo e il relativo segmento terrestre. Una volta completata la fase di validazione in orbita (IOV), verranno lanciati e resi operativi i rimanenti satelliti necessari a raggiungere la piena capacità operativa (FOC), che prevede il dispiegamento di una costellazione di 30 satelliti identici.
Il lanciatore Soyuz-Fregat con a bordo GIOVE-B |
venerdì 9 maggio 2008
Appuntamento con le Stelle al Liceo Scientifico di Lugo!
per chi c'era ma non si stanca mai di guardare il cielo...,
questa sera, al Liceo Scientifico "Gregorio Ricci Curbastro" di Lugo, ultima serata dedicata alle stelle prima della pausa estiva.
L'appuntamento è per le ore 20e45 nell'aula magna per poi salire sul tetto dell'edificio dove è sistemato l'osservatorio astronomico "Giovanni Roccati", dotato di un telescopio con uno specchio Marcon da 45 cm.
Menù ricco questa sera: una bella e non troppo fastidiosa falce lunare appena sotto Castore e Polluce, un Marte ormai lontano nella costellazione del Cancro e Saturno vicino a Regolo, nel Leone. Sarà interessante soprattutto osservare la bella "infilata" dei satelliti principali di Saturno (vedere la simulazione ottenuta con StarryNight).
Le previsioni meteo sembrano buone e il cielo promette ottime condizioni, per cui intervenite numerosi!!
Come dicevo, sarà l'ultimo incontro prima della pausa estiva; si riprenderà il 10 ottobre. Nel frattempo entrerà in piena attività l'Osservatorio di Monteromano con le sue serate di apertura al pubblico, il cui calendario è scaricabile in due formati (word e pdf) all'indirizzo http://www.gruppoantares.com/antares/
martedì 6 maggio 2008
06-05-2008: la Luna incontra Mercurio
Vi allego un paio di scatti effettuati in pieno centro di Lugo (vedi inquinamento), con Nikon D50 e teleobiettivo 180 mm f:3,2 a 200 ISO, dove si nota il pianeta più vicino al Sole accanto al nostro satelitte.