Parliamo un po' di Marte, il pianeta che più di ogni altro possiede condizioni ambientali adattabili ad una futura permanenza umana! Non a caso è anche il pianeta più investigato; al momento "ronzano" in orbita attorno al pianeta rosso ben tre sonde nel pieno delle loro funzioni scientifiche (le americane Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter e l'europea Mars Express) mentre operano sulla sua superficie i due rover Spirit e Opportunity (per la verità ormai malconci, dal momento che si trovano su Marte dall'inizio del 2004, ma tuttora funzionanti) e il lander Phoenix.
Le osservazioni fatte negli ultimi anni proprio dalla Mars Express e dalla Mars Odyssey avevano quasi convinto gli scienziati della presenza di ghiaccio al di sotto di un sottile strato di terreno marziano, denominato permafrost, ghiaccio permanente.
Le convinzioni sono diventate certezze con le osservazioni compiute dall'ultima sonda atterrata sul suolo marziano il 25 maggio. Quando il braccio meccanico di Phoenix ha scavato le prime trincee, oltre ad incappare in un suolo molto duro, è apparsa una sostanza biancastra che ha fatto commentare Peter Smith, il responsabile scientifico della missione: "Deve essere ghiaccio!" La scomparsa di queste macchie bianche, che si sono dissolte sublimando dopo una settantina di ore di esposizione al Sole e alla tenue atmosfera marziana, sono la conferma che si trattava di ghiaccio.
Ricordiamo che la sublimazione è il passaggio di una sostanza dallo stato solido (in questo caso ghiaccio) allo stato di vapore senza passare attraverso la fase liquida. Questo passaggio di stato avviene in condizioni di basse temperatura e pressione, le condizioni che sono proprio sulla superfice marziana (la temperatura media su Marte è -63°C mentre la pressione atmosferica media è 7 millibar, meno di un centesimo di quella terrestre).
La sorpresa più clamorosa è comunque arrivata dai risultati delle analisi chimiche effettuate nei piccoli forni a bordo della Phoenix. I primi risultati hanno evidenziato che il terreno marziano possiede un pH compreso fra 8 e 9, cioè alcalino, e contiene magnesio, sodio, potassio e cloro. Per usare le parole di Samuel Kounaves, responsabile delle analisi: "...un suolo dove potrebbero crescere bene asparagi e fagiolini e dove i batteri, che si nutrono di componenti chimici, pullulerebbero". Il condizionale è d'obbligo...
Nei prossimi due mesi il braccio meccanico in alluminio e titanio cercherà di scavare ancora più in profondità non solo alla ricerca di altre conferme della presenza di ghiaccio d'acqua ma anche eventuali forme di attività biologica, passata o presente. Poi sopraggiungerà l'inverno marziano per l'emisfero settentrionale e per cinque lunghi mesi l'irraggiamento sui pannelli fotovoltaici del lander non sarà in grado di assicurare il pieno funzionamento dei suoi strumenti.
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