"Se Occhialini non avesse preso una lunga vacanza, avremmo scoperto il positrone (l'elettrone positivo) prima di Anderson...".
Così scriveva Patrick Blackett, premio Nobel per la Fisica nel 1948, premio che ottenne grazie al fondamentale contributo del fisico italiano Giuseppe Occhialini. A tal punto che, prima di ritirare il premio, gli scrisse "...sarebbe stato giusto che tu fossi al mio fianco a Stoccolma."
Giuseppe Occhialini, detto Beppo, nacque a Fossombrone nel 1907, per cui ricorre quest'anno il centenario della nascita. Dopo aver fatto vincere un Nobel a Blackett, ne fece vincere uno a Cecil Powell, per averlo convinto ad esporre ad alta quota le nuove e sensibilissime lastre fotografiche della Ilford. Esposte ad oltre 3.000 metri sui Pirenei, le lastre evidenziarono per prime l'esistenza di due nuove particelle: il pione e il muone, previste successivamente dalla teoria. Peccato che in questo caso Powell si "dimenticò" di menzionare che l'idea non fosse proprio sua!
Accanito fumatore (è difficile trovare una sua foto senza la sigaretta in mano), Occhialini è stato anche tra i precursori dell’esplorazione dell’Universo nei raggi X e nei raggi gamma con esperimenti su satelliti, oltre ad aver avuto un ruolo importante nella nascita del programma di ricerca spaziale europea. Occhialini, il suo maestro Bruno Rossi e Riccardo Giacconi, Nobel nel 2002, sono i "magnifici tre", i grandi precursori dello studio dell'Universo alle alte energie. Non a caso a Giuseppe Occhialini è stato dedicata una grande missione europea: il satellite italo-olandese SAX, denominato BeppoSAX, che per primo ha permesso di individuare la controparte ottica dei lampi gamma.
A questo grande fisico italiano è dedicata una mostra nell'interessantissimo Museo del Balì. Merita una visita!
Vedere http://www.museodelbali.org/
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