I cambiamenti climatici, scaldando gli oceani, ne fanno espandere il volume, così da aumentare ulteriormente la crescita del livello del mare e da spingere il liquido dalle profondità oceaniche verso le coste. In pratica, la distribuzione relativa della massa d'acqua tenderà ad allontanarsi dall'equatore e ad avvicinarsi ai poli. In questo spostamento sarebbe coinvolta una quantità d'acqua sufficiente ad accelerare leggermente lo spin rotazionale del pianeta, proprio come quando un pattinatore che gira su se stesso porta le braccia più vicine al corpo.
In conseguenza di ciò, dai calcoli eseguiti dai ricercatori la durata del giorno terrestre diminuirebbe nei prossimi 200 anni di circa 0,12 millesimi di secondo.
In conseguenza di ciò, dai calcoli eseguiti dai ricercatori la durata del giorno terrestre diminuirebbe nei prossimi 200 anni di circa 0,12 millesimi di secondo.
Peraltro, su questo fenomeno operano anche altri fattori, non tutti presi in considerazione dai ricercatori tedeschi, come:
1)lo scioglimento dei ghiacci dell'Antartide e della Groenlandia, che dovrebbe agire in senso opposto, allontanando le masse mobili dall'asse terrestre,
2)i cambiamenti nella struttura delle grandi correnti aeree che potrebbero esercitare un sia pur piccolo effetto, accelerando o rallentando lo spin del pianeta a seconda della direzione e delle intensità relative dei venti.
Complessivamente, comunque, il riscaldamento terrestre dovrebbe portare sul breve termine a una piccola diminuzione della durata del giorno, che tuttavia sul lungo termine verrà compensata prima e sopraffatta poi dal rallentamento prodotto dalle maree indotte dalla Luna sul globo terrestre (dell'ordine di 2 millesimi di secondo ogni 100 anni).
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