Sofferto la recente forte ondata di caldo? Beh, consoliamoci pensando a quanto sarebbe arroventato il nostro pianeta se al posto del Sole, una piccola e docile stella gialla che possiede una temperatura superficiale di quasi 6mila gradi, ci fosse la stella scoperta recentemente: con una temperatura superficiale di 53mila gradi e una luminosità quasi 9 milioni di volte superiore al nostro caro Sole… hai voglia a spalmare creme ad elevata protezione! Il nostro pianeta sarebbe immerso in un bagno di radiazione ultravioletta, tanto feroce da sterilizzare qualsiasi tentativo di forma di vita.
R136 è un ammasso di circa 100mila giovani stelle massicce nel pieno del loro vigore giovanile, che si trovano nella nebulosa 30 Doradus (detta anche Tarantola) nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana satellite della Via Lattea visibile nell’emisfero meridionale e distante 165mila anni-luce.
L’ammasso è stato studiato da un gruppo di astronomi mediante il Very Large Telescope a Cerro Paranal che vi hanno scovato svariate stelle giganti azzurre con masse superiori a 80-90 masse solari. In particolare però sono state individuate quattro ipergiganti: tre con masse comprese fra 135 e 195 masse solari e la più massiccia tra tutte, denominata R136a1, risultata ben 265 masse solari!
Naturalmente una stella tanto massiccia è anche di grande dimensione; si stima che il suo diametro sia 35 volte quello del nostro Sole. In termini di dimensione, tuttavia, le stelle più grandi sono le supergiganti rosse, ovvero giganti azzurre che, al termine del loro ciclo vitale, si “gonfiano” fino a diventare 500-1000 volte più grandi.
Si sospetta che R136a1 avesse una massa ancora maggiore, probabilmente 320 masse solari, quando iniziò ad accendersi un milione di anni fa. Da allora i violenti venti stellari hanno soffiato via un quinto della sua massa, al ritmo di una massa solare ogni 20mila anni. A metà del suo ciclo vitale, R136a1 brillerà ancora una milionata di anni prima di esplodere come supernova per instabilità di coppia; la produzione di coppie elettrone-positrone (elettrone positivo) e la loro collisione con i nuclei atomici e con i raggi gamma più energetici riduce drasticamente la pressione interna del nucleo stellare che rapidamente e drammaticamente collassa.
Ultima considerazione. I sacri testi dell’astrofisica stellare ci dicono che oltre le 150 masse solari una stella dovrebbe diventare instabile... Adesso se n’è scoperta una con una massa quasi doppia. Una bella sfida per gli astrofisici teorici!
R136 è un ammasso di circa 100mila giovani stelle massicce nel pieno del loro vigore giovanile, che si trovano nella nebulosa 30 Doradus (detta anche Tarantola) nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana satellite della Via Lattea visibile nell’emisfero meridionale e distante 165mila anni-luce.
L’ammasso è stato studiato da un gruppo di astronomi mediante il Very Large Telescope a Cerro Paranal che vi hanno scovato svariate stelle giganti azzurre con masse superiori a 80-90 masse solari. In particolare però sono state individuate quattro ipergiganti: tre con masse comprese fra 135 e 195 masse solari e la più massiccia tra tutte, denominata R136a1, risultata ben 265 masse solari!
Naturalmente una stella tanto massiccia è anche di grande dimensione; si stima che il suo diametro sia 35 volte quello del nostro Sole. In termini di dimensione, tuttavia, le stelle più grandi sono le supergiganti rosse, ovvero giganti azzurre che, al termine del loro ciclo vitale, si “gonfiano” fino a diventare 500-1000 volte più grandi.
Si sospetta che R136a1 avesse una massa ancora maggiore, probabilmente 320 masse solari, quando iniziò ad accendersi un milione di anni fa. Da allora i violenti venti stellari hanno soffiato via un quinto della sua massa, al ritmo di una massa solare ogni 20mila anni. A metà del suo ciclo vitale, R136a1 brillerà ancora una milionata di anni prima di esplodere come supernova per instabilità di coppia; la produzione di coppie elettrone-positrone (elettrone positivo) e la loro collisione con i nuclei atomici e con i raggi gamma più energetici riduce drasticamente la pressione interna del nucleo stellare che rapidamente e drammaticamente collassa.
Ultima considerazione. I sacri testi dell’astrofisica stellare ci dicono che oltre le 150 masse solari una stella dovrebbe diventare instabile... Adesso se n’è scoperta una con una massa quasi doppia. Una bella sfida per gli astrofisici teorici!