In realtà l'estate astronomica è ufficialmente iniziata a notte fonda, alle 23e59 (Tempo Universale) di ieri, 20 giugno, che per effetto della nostra longitudine e dell'ora legale in vigore nel nostro paese corrisponde alle 01e59 del 21 giugno.
Nel suo passaggio al meridiano, il Sole (che si trova nella costellazione dei Gemelli ai confini delle costellazioni del Toro e di Orione, raggiunge la massima altezza rispetto all'orizzonte: la colatitudine del luogo più l’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano della sua orbita (circa 23°27'). In pratica alle nostre latitudini (circa 44°10'), il Sole si verrà a trovare alle 13e15 (ora del passaggio al meridiano) a 45°50'+23°27'=69°17' sopra l'orizzonte. Al Tropico del Cancro invece il Sole sarà allo zenit.
Il percorso del Sole in cielo sarà il più lungo di tutto l'anno: oggi, in Romagna, il Sole è sorto alle 05e27 e tramonterà alle 20e59, rimanendo sopra l'orizzonte ben 15ore e 22minuti.
E' l'apoteosi della "metà chiara dell'anno" (vedi post del 21 marzo); da domani le giornate inizieranno ad accorciarsi, inizialmente di appena 3 secondi poi sempre di più fino ai circa 3 minuti all'equinozio d'Autunno, dove luce e buio si equivarranno!
E' questo anche un periodo che testimonia gli antichi rapporti fra l'Uomo e il Cielo.
Durante la prima parte della notte campeggia verso sud-ovest la costellazione della Vergine, la Spigolatrice, con la sua stella più luminosa, Spica; mentre alto sopra l'orizzonte Il Pastore, con la sua stella principale, Arturo, conduce per il cielo i "septem triones", i sette buoi del Grande Carro.
Giugno, Zogn per noi romagnoli, è il culmine della stagione primaverile, la stagione della rinascita. Giungono a maturazione i primi frutti, il grano inzia ad ingiallire (cita un antico proverbio, tradotto letteralmente dal dialetto: "per San Barnaba - l'11 giugno- il grano perde il piede; secca di notte quanto di giorno") e si ritorna a celebrare i matrimoni.
Infine legata al solstizio d'Estate è l'altrettanto antica festività di San Giovanni Battista, che viene sei mesi esatti dopo la festa di San Giovanni Evangelista del 27 dicembre, cinque giorni dopo il solstizio d'Inverno. La notte tra il 23 e il 24 giugno era piena di valenze astrali e credenze superstiziose. I defunti scorazzavano dappertutto, dal momento che i giorni ”si fermavano” incominciando ad accorciarsi. Le popolane e i popolani cercavano di praticare l’arte divinatoria attraverso la rugiada, la guaza:
Guaza d'San Zvan/ cla è bona pr' corp e pr' e' gran!
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