Anche se la cometa C/2011 L4 PanSTARRS (link1, link2, link3 e link4) appare troppo debole e vicina all'orizzonte per l'osservazione ad occhio nudo, sembra tuttavia abbastanza fotogenica. Ecco a voi una bella foto scattata vicino all'aeroporto di Villa San Martino ed eseguita dal nostro socio Daniele Mecati con un teleobiettivo da 300mm, esposizione di 5 secondi a 3200 iso.
domenica 24 marzo 2013
La cometa C/2011 L4 PanSTARRS da Lugo
data :
24.3.13
giovedì 21 marzo 2013
L'Universo visto da Planck
Si è appena conclusa la conferenza stampa in cui l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha presentato i risultati di Planck, il satellite dedicato allo studio della cosmologia attraverso l'osservazione della radiazione cosmica di fondo nelle frequenze delle microonde (CMB: Cosmic Microwave Background). Il comunicato stampa ufficiale si può leggere a questo link. Qui, vorrei brevemente riassumere i punti salienti.
Credit: ESA and the Planck Collaboration |
L'immagine qui sopra sembra quasi condensare l'aumento di informazione che ci ha portato Planck. Ora conosciamo un pochino meglio l'Universo osservabile (la materia ordinaria è passata dal 4.5% al 4.9%), mentre è cambiata la distribuzione di ciò che non conosciamo, sintetizzato con le denominazioni energia e materia oscura. L'energia oscura è passata dal 72.8% al 68.3%, mentre la materia oscura è salita dal 22.7 al 26.8%.
I parametri cosmologici principali misurati da Planck segnano una piccola sorpresa, con una valore più piccolo della costante H0 di Hubble-Lemaître. Dal valore di 70.2±1.4 km/s/Mpc di Komatsu et al. (2011), che aveva utilizzato principalmente i dati di WMAP, si scende a 67.3±1.2 km/s/Mpc. L'età dell'Universo misurata da Planck è 13.81±0.05 miliardi di anni, contro i 13.76±0.11 miliardi di anni di WMAP. Quindi, entro i limiti degli errori sperimentali, i due valori sono consistenti, ma si noti la diminuzione dell'errore nella misura di Planck, dovuto alla migliore qualità dei dati.
Un altro punto interessante sono le anomalie su grande scala (vedi figura sopra). Intraviste da WMAP e altri satelliti e strumenti del passato, sono ora confermate da Planck e si è rimossa la possibilità che potessero essere effetti di contaminazione del Sistema Solare, della Via Lattea, o effetti strumentali. Si tratta quindi di capire di che si tratta.
I risultati di Planck contribuiscono a consolidare il modello inflazionario, ma nuove e importanti informazioni potranno arrivare una volta che le analisi dei dati di polarizzazione saranno completate.
Infine, una piccola nota di soddisfazione: come italiano, è un piacere vedere che al successo di questa missione ha contribuito anche il nostro paese, principalmente con la costruzione del Low Frequency Instrument (LFI) sotto la guida di Nazzareno Mandolesi dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica (IASF) dell'INAF di Bologna. La cosa mi fa piacere anche dal punto di vista personale, visto che ho lavorato allo IASF di Bologna dal 2000 al 2009 e conosco moltissimi dei tecnici e ricercatori che hanno lavorato alla costruzione dello strumento. A loro va tutta la mia ammirazione e stima per questo straordinario successo.
Aggiornamento, 22 Marzo: Alcune interviste ai protagonisti italiani di Planck.
Credit: ESA and the Planck Collaboration |
Un altro punto interessante sono le anomalie su grande scala (vedi figura sopra). Intraviste da WMAP e altri satelliti e strumenti del passato, sono ora confermate da Planck e si è rimossa la possibilità che potessero essere effetti di contaminazione del Sistema Solare, della Via Lattea, o effetti strumentali. Si tratta quindi di capire di che si tratta.
I risultati di Planck contribuiscono a consolidare il modello inflazionario, ma nuove e importanti informazioni potranno arrivare una volta che le analisi dei dati di polarizzazione saranno completate.
Il PI (Principal Investigator) di Planck LFI, Nazzareno Mandolesi |
Aggiornamento, 22 Marzo: Alcune interviste ai protagonisti italiani di Planck.
data :
21.3.13
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mercoledì 20 marzo 2013
Immagini inusuali della cometa dalla sonda STEREO-B
La COMETA schiva i CME: La sonda STEREO-B ha monitorato la Cometa Pan-Starrs, scattando centinaia di foto mentre passava vicina al Sole questo mese. Ieri, l'analista Karl Battams del Naval Research Lab ha raccolto i dati in un unico filmato che copre otto giorni, dal 9 marzo al 16.
Fare clic per visualizzare la scena in movimento.STEREO-B è posizionata sul lato a noi nascosto del Sole, in questo modo le telecamere a bordo della sonda possono osservare indietro e vedere sia la Terra che la cometa. Nel filmato di Battams, il Sole si trova appena al di fuori del campo di visione, a sinistra. Nubi massicce di plasma magnetizzato (CME) si vedono espandersi lontano dal Sole verso la cometa, ma secondo Battams, nessuna ha colpito nel segno:
"C'erano ben due CME in quella sequenza e sembra che entrambi passino ai lati della cometa", dice. "E' una vergogna per gli scienziati non aver previsto di organizzare analisi di questo genere, perché noi dovremmo studiare come i CME possono interagire con una cometa."
I CME sono noti per essere in grado di "strappare" le code alle comete che passano troppo vicino al sole, ma questo non è successo alla Cometa Pan-Starrs.
"A proposito", aggiunge Battams, "Ho guardato attentamente le immagini di STEREO e non si può vedere alcuna indicazione della possibile frammentazione che di recente è stata riportata su spaceweather.com. Io non ho notato alcun insolito schiarire o disfunzione nella coda di cometa che possa suggerire un evento di frammentazione. "
"C'erano ben due CME in quella sequenza e sembra che entrambi passino ai lati della cometa", dice. "E' una vergogna per gli scienziati non aver previsto di organizzare analisi di questo genere, perché noi dovremmo studiare come i CME possono interagire con una cometa."
I CME sono noti per essere in grado di "strappare" le code alle comete che passano troppo vicino al sole, ma questo non è successo alla Cometa Pan-Starrs.
"A proposito", aggiunge Battams, "Ho guardato attentamente le immagini di STEREO e non si può vedere alcuna indicazione della possibile frammentazione che di recente è stata riportata su spaceweather.com. Io non ho notato alcun insolito schiarire o disfunzione nella coda di cometa che possa suggerire un evento di frammentazione. "
data :
20.3.13
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Terra e cometa
martedì 19 marzo 2013
Equinozio e spettacolari luci artiche danzanti
MARZO EQUINOZIO: Le stagioni stanno cambiando. Domani, 20 marzo, il Sole attraversa l'equatore celeste. Questo segna l'inizio della primavera nell'emisfero settentrionale e dell'autunno nell'emisfero sud del nostro pianeta. In questo periodo dell'anno, il giorno e la notte sono di lunghezza quasi uguale, da cui deriva il nome "equinozio" (notte uguale). Ma per molti questa è la stagione migliore di tutte perchè la primavera è la stagione delle aurore e... i presupposti in questi giorni sono decisamente evidenti :
IMPACT DAY CME: Come previsto, un poderoso colpo determinato da un CME al campo magnetico della Terra durante le prime ore del 17 marzo, ha scatenato una importante tempesta geomagnetica (Kp = 6) e aurore molto luminose alle alte latitudini (ma non solo). "Quello che ho fotografato è stato un ottimo modo (tra l'altro verde!) per iniziare il giorno di San Patrizio!" ha dichiarato Dennis Mammana, autore di questa foto eseguita a Fairbanks, Alaska.
"Il CME ha tenuto tutti i fotografi di aurore svegli tutta la notte", dice Mammana. "L'unica ragione per cui mi sono dovuto interrompere intorno alle 02:00 è che avevo finito di schede di memoria per la mia macchina fotografica digitale! E' stata una delle forme più belle di aurora. Si è riproposta ripetutamente ed è stato uno degli spettacoli più belli che ho visto in molti anni di osservazione."
La tempesta si placa in queste ore, ma altre aurore potrebbero essere in vista. Un altro flusso di vento solare è previsto sfiorare il campo magnetico terrestre intorno al 19-20 marzo. L'impatto non sarà così forte come per quella del 17 marzo ma dovrebbe essere sufficiente, tuttavia, a far danzare le luci artiche.
IMPACT DAY CME: Come previsto, un poderoso colpo determinato da un CME al campo magnetico della Terra durante le prime ore del 17 marzo, ha scatenato una importante tempesta geomagnetica (Kp = 6) e aurore molto luminose alle alte latitudini (ma non solo). "Quello che ho fotografato è stato un ottimo modo (tra l'altro verde!) per iniziare il giorno di San Patrizio!" ha dichiarato Dennis Mammana, autore di questa foto eseguita a Fairbanks, Alaska.
"Il CME ha tenuto tutti i fotografi di aurore svegli tutta la notte", dice Mammana. "L'unica ragione per cui mi sono dovuto interrompere intorno alle 02:00 è che avevo finito di schede di memoria per la mia macchina fotografica digitale! E' stata una delle forme più belle di aurora. Si è riproposta ripetutamente ed è stato uno degli spettacoli più belli che ho visto in molti anni di osservazione."
La tempesta si placa in queste ore, ma altre aurore potrebbero essere in vista. Un altro flusso di vento solare è previsto sfiorare il campo magnetico terrestre intorno al 19-20 marzo. L'impatto non sarà così forte come per quella del 17 marzo ma dovrebbe essere sufficiente, tuttavia, a far danzare le luci artiche.
lunedì 18 marzo 2013
Importante incremento dell'attività solare
L'attività solare di questi ultimi giorni si è particolarmente intensificata grazie ad alcune espulsioni di massa coronali di notevole potenza.
Il 15 marzo un CME ha lasciato il Sole viaggiando a circa 900 km/s (2 milioni mph) in direzione della Terra.
I modelli tridimensionali elaborati dai computer basandosi sulle osservazioni di SOHO e delle sonde NASA STEREO prevedevano che il CME avrebbe attraversato lo spazio tra il Sole e la Terra in circa due giorni o meno e questo è ciò che è avvenuto.
Forti aurore boreali si sono verificate fino ad arrivare anche a basse latitudini.
I siti istituzionali ed altri analoghi stanno registrando l'afflusso di immagini e dati che dimostrano come l'impatto con la Terra sia stato importante e potente.
riepiloghiamo con qualche video ed immagine quanto avvenuto rimandando ai prossimi giorni eventuali considerazioni in merito.
Il 15 marzo un CME ha lasciato il Sole viaggiando a circa 900 km/s (2 milioni mph) in direzione della Terra.
I modelli tridimensionali elaborati dai computer basandosi sulle osservazioni di SOHO e delle sonde NASA STEREO prevedevano che il CME avrebbe attraversato lo spazio tra il Sole e la Terra in circa due giorni o meno e questo è ciò che è avvenuto.
Forti aurore boreali si sono verificate fino ad arrivare anche a basse latitudini.
I siti istituzionali ed altri analoghi stanno registrando l'afflusso di immagini e dati che dimostrano come l'impatto con la Terra sia stato importante e potente.
riepiloghiamo con qualche video ed immagine quanto avvenuto rimandando ai prossimi giorni eventuali considerazioni in merito.
Aurora boreale dal Colorado ! |
domenica 17 marzo 2013
Cometa Panstarrs C/2011 L4 fotografata venerdì da Bologna
Approfitto per fare i complimenti a Matteo per le belle foto di ieri sera dall'Osservatorio! E' stata una bella ma fresca serata! La sera prima ero riuscito a beccare la cometa con un lungo giro alla caccia di un varco tra le nubi, vi sottopongo il mio scatto effettuato nelle pianure ad est di Bologna! Quando la Panstarrs mi è comparsa per la prima volta tra le nuvole!
Ed ora incominciamo a tifare per la ISON! :)
Enrico
Ed ora incominciamo a tifare per la ISON! :)
Enrico
data :
17.3.13
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Cometa Panstarrs da Monteromano
Ieri è stata, fino a questo momento, una delle pochissime
serate buone per vedere e riprendere la cometa Panstarrs C/2011 L4. Ricordo che
il nome deriva da una serie di 4 telescopi posizionati alle Hawaii che scrutano
il cielo in cerca di NEO (near Earth object, oggetti vicini alla Terra) e
proprio questi controllori del cielo hanno scoperto la cometa nel 2011.
Gli scatti che seguono sono stati ripresi con fotocamera
DSLR al fuoco del Borg con lunghezza focale di circa 350 mm.
Nella prima si può vedere la cometa
accompagnata, si intende solo apparentemente, da una stella di 8° magnitudine
visibile poco più a sinistra. Nelle altre due foto la si può vedere tuffare
nello strato di nuvole che oscura l’orizzonte.
Matteo Reggidori
data :
17.3.13
mercoledì 6 marzo 2013
Venerdì osservazioni al telescopio da LUGO !
Venerdì 8 marzo 2013 alle ore 20.45 presso il Liceo Scientifico di Lugo ci sarà Serantares:
OSSERVAZIONI DEL CIELO STELLATO
....meteo permettendo.
ATTENZIONE : In caso di maltempo si terrà una conferenza presso l'Aula Magna con proiezioni di immagini sul maxi schermo.
Vi alleghiamo la locandina.
Il Liceo Scientifico Gregorio Ricci Curbastro, per chi ancora non lo sapesse, si trova in Viale degli Orsini 6 a Lugo, nei pressi della stazione ferroviaria
PROSSIMI APPUNTAMENTI :
12 APRILE 2013
Impatti di asteroidi con la Terra
Impatti di asteroidi con la Terra
Dr. Luigi Foschini - INAF Osservatorio di Milano-Brera
12 MAGGIO 2013
Il cielo di Primavera
martedì 5 marzo 2013
Due comete in cielo!
Astronomy Picture of the Day - 5 Marzo 2013 |
Devo dire che quando stamattina ho acceso il computer e visto l'Astronomy Picture of the Day sono letteralmente rimasto a bocca aperta! La foto, riportata qui sopra, è di quelle che si fanno una volta nella vita. Ben due comete nella stessa immagine: la Lemmon (in alto a sinistra) e la PANSTARRS (in basso a destra). La foto è stata realizzata da Yuri Beletsky dell'European Southern Observatory (ESO), in Sud America. Purtroppo per noi, infatti, questo spettacolo è visibile solo per chi si trova nell'emisfero meridionale. Almeno la PANSTARRS sarà a breve visibile alle nostre latitudini e con una magnitudine ancora sufficiente da essere vista a occhio nudo.
data :
5.3.13
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Cometa PANSTARRS
lunedì 4 marzo 2013
C/2013 A1 la cometa che punta su Marte! Collisione nel 2014?
La notizia ha quasi dell'incredibile:
esattamente a 20 anni di distanza dall'impatto della cometa
Shoemaker-Levy 9, che nel 1994 impattò sul pianeta Giove, un altro
pianeta rischia di essere centrato da una cometa! Segnatevi la data:
il 19 ottobre 2014 il pianeta Marte avrà un incontro ravvicinato con
la cometa C/2013 A1 (Siding Spring), e con i dati attuali a
disposizione non è da escludere un rischio di collisione tra il
nucleo cometario e il Pianeta Rosso!
Nuove misure astrometriche, condotte
dall'osservatorio ISON nel nuovo Messico sulla cometa scoperta il 3
gennaio scorso dal grande Robert McNaught, confrontate con
osservazioni precedenti (pre-scoperta) condotte dal team del
Catalina Sky Survey indicano che fra 1 anno e mezzo circa, appunto il 19-10-2014, la cometa transiterà ad "appena" 50.000 km da Marte! La distanza è
minima dal punto di vista astronomico, circa 8 diametri marziani, ed ovviamente andrà meglio definita nei prossimi mesi, ma di certo sembra che almeno la chioma della cometa possa coinvolgere Marte, e con il rischio di una collisione che rimane attualmente davvero serio!
Infatti quando la cometa si avvicinerà
al Sole e aumenterà l'attività del suo nucleo, i getti di gas
potrebbero correggere leggermente la traiettoria della C/2013 A1 e si
vedrà se questi aggiustamenti potranno far aumentare o meno il
rischio di un collisione planetaria.
In questo momento, la cometa si trova
ad oltre un miliardo di chilometri dal Sole, tuttavia è già
visibile una piccola attività cometaria, con un rilascio di gas e
polveri, e quando il prossimo anno si troverà più vicina alla nostra stella è
facile che maggiori quantità di gas e polveri possano essere
rilasciati dal suo nucleo. Se lo farà, la sua orbita potrà cambiare
abbastanza per spingerla lontano da Marte, oppure per avvicinarla
ulteriormente fino alla collisione. Non avremo certezze almeno fino
alla fine dell'estate 2013, quando grazie ad un numero maggiore di
osservazioni avremo più dati per meglio dettagliare la sua orbita.
La cometa C/2013 A1, con i dati a
disposizione, sembra muoversi con un velocità superiore a quella di
fuga del sistema solare, quindi potrebbe provenire al di fuori di
esso, e di certo, se sopravviverà al passaggio ravvicinato con
Marte, non la rivedremo mai più. Le conseguenze di un impatto su
Marte sarebbero comunque devastanti: la cometa viaggia a quasi
200.000 km/h e avendo un nucleo stimato tra i 10 e 50 km di diametro,
l'energia cinetica in gioco sarebbe enorme, e una collisione
libererebbe energie pari a 25 milioni di volte a quella della bomba
all'idrogeno più potente costruita dall'uomo. Una eventuale
collisione potrebbe creare un cratere di impatto su Marte, largo fino a
500 km di diametro, se il nucleo sarà vicino ai 50 km di diametro, e
ovviamente se la sua traiettoria verrà corretta di qui pochi
chilometri che mancano all'impatto.... I prossimi mesi saranno
decisivi....
data :
4.3.13
domenica 3 marzo 2013
Aggiornamento sull'evento di Čeljabinsk (15 Feb 2013)
Nuove informazioni sull'evento di Čeljabinsk del 15 febbraio scorso di cui abbiamo già parlato nel post del 20 e 27 febbraio.
Il 23 febbraio 2013, il gruppo dell'Osservatorio Astronomico di Ondrejov (Repubblica Ceca) ha diramato un telegramma elettronico (CBET #3423 dell'International Astronomical Union) dove riportano un calcolo dell'orbita sulla base delle osservazioni video. Secondo la loro ricostruzione, la velocità del piccolo asteroide era di 17.5 km/s e la frammentazione esplosiva principale è avvenuta a una quota di circa 32 km. Non forniscono una stima dell'energia rilasciata, né delle dimensioni del corpo cosmico. Le coordinate dell'esplosione sono: latitudine 54°.836 N, longitudine 61°.455 E.
Il primo marzo, Don Yeomans & Paul Chodas (NASA JPL) hanno rilasciato un comunicato che si basa sui dati di Peter Brown, William Cooke, Paul Chodas, Steve Chesley, Ron Baalke, Richard Binzel. Secondo i loro calcoli, l'esplosione sarebbe avvenuta a latitudine 54°.8 N e longitudine 61°.1 E (che dista 23 km dal punto proposto dai ricercatori cechi) e a un'altitudine di 23 km (9 km più in basso rispetto ai calcoli del gruppo di Ondrejov). La velocità era di 18.6 km/s e ha rilasciato un'energia complessiva di 440 kton, di cui 90 kton sotto forma di radiazione luminosa. L'energia radiante è stata misurata da non meglio specificati "US Government sensors", che sono molto probabilmente i satelliti militari per il controllo delle armi nucleari, e già più volte in passato hanno fornito informazioni fondamentali su questi eventi (es. il superbolide delle Isole Marshall del 1 febbraio 1994). Con la opportuna conversione da energia radiante a energia totale, il valore di 440 kton è in accordo con quanto misurato dai sensori infrasonici.
NASA JPL annuncia anche di avere realizzato un nuovo sito web dedicato a eventi di questo genere: Fireball and Bolide Reports e il superbolide di Čeljabinsk è il primo e, per ora, unico evento della lista.
Tra queste ipotesi di calcolo e quelle nei post precedenti (20 e 27 febbraio) ci sono alcune differenze, che sono meno significative di quanto possano sembrare, visti i dati a disposizione. Alla fine, i risultati sembrano comunque convergere verso un piccolo asteroide di 15-20 m di diametro e massa intorno alle 10 mila tonnellate.
Nota aggiunta il 4 marzo, ore 9:02: Aggiungo una precisazione. Qualche giorno dopo l'evento, un tale Alex Wellerstein - entusiasta della storia delle armi nucleari - ha scritto nel suo blog Restricted Data: The Nuclear Secrecy Blog un certo disappunto per il fatto che si usi il ton e i suoi multipli (kiloton, megaton) per esprimere l'ammontare di energia liberata in atmosfera dalle frammentazioni esplosive e che si faccia poi una comparazione con quella delle bombe atomiche. Lo stesso vale anche quando si usa il ton per l'energia degli tsunami, terremoti, e altre catastrofi naturali. Il motivo del disappunto sarebbe che un ton nucleare sarebbe più energetico di un ton convenzionale... La nota è stata poi ripresa anche dal giornale The Atlantic.
E pensare che ci sono voluti secoli prima di arrivare nel 1847 al principio di conservazione dell'energia con von Helmoltz e ora ce lo ritroviamo buttato nel cestino... Ecco... no, proprio no, decisamente no. Ci sono relazioni ben precise che regolano la conversione di energia in una unità fisica in un'altra basate proprio su tale principio. L'energia liberata dall'esplosione di una tonnellata di esplosivo convenzionale (1 ton TNT) equivale a 4.184 miliardi di Joule. 1 Joule equivale a 10 milioni di erg o 0.24 calorie o a diverse altre unità di misura. Questo indipendentemente dalla natura dell'energia. Non è che un Joule di origine termica o chimica vale di meno di un Joule di origine nucleare. 1 Joule è sempre 1 Joule. Peraltro, è buffo notare che Wellerstein difende il ton per uso nucleare, quando questa unità di misura esprime l'energia in termini di esplosivo convenzionale (tonnellate di TNT, trinitrotoluene o tritolo), per cui, seguendo il ragionamento di Wellerstein, sarebbe proprio il ton che non dovrebbe essere usato per le esplosioni nucleari. Ma, fortunatamente, per la fisica, il principio di conservazione dell'energia vale ancora per cui è possibile avere relazioni numeriche che permettono di convertire una certa unità fisica per la misura dell'energia in un'altra. E 1 ton di origine nucleare è lo stesso di un ton rilasciato nell'esplosione in atmosfera di un asteroide.
Nota aggiunta il 4 marzo, ore 9:02: Aggiungo una precisazione. Qualche giorno dopo l'evento, un tale Alex Wellerstein - entusiasta della storia delle armi nucleari - ha scritto nel suo blog Restricted Data: The Nuclear Secrecy Blog un certo disappunto per il fatto che si usi il ton e i suoi multipli (kiloton, megaton) per esprimere l'ammontare di energia liberata in atmosfera dalle frammentazioni esplosive e che si faccia poi una comparazione con quella delle bombe atomiche. Lo stesso vale anche quando si usa il ton per l'energia degli tsunami, terremoti, e altre catastrofi naturali. Il motivo del disappunto sarebbe che un ton nucleare sarebbe più energetico di un ton convenzionale... La nota è stata poi ripresa anche dal giornale The Atlantic.
E pensare che ci sono voluti secoli prima di arrivare nel 1847 al principio di conservazione dell'energia con von Helmoltz e ora ce lo ritroviamo buttato nel cestino... Ecco... no, proprio no, decisamente no. Ci sono relazioni ben precise che regolano la conversione di energia in una unità fisica in un'altra basate proprio su tale principio. L'energia liberata dall'esplosione di una tonnellata di esplosivo convenzionale (1 ton TNT) equivale a 4.184 miliardi di Joule. 1 Joule equivale a 10 milioni di erg o 0.24 calorie o a diverse altre unità di misura. Questo indipendentemente dalla natura dell'energia. Non è che un Joule di origine termica o chimica vale di meno di un Joule di origine nucleare. 1 Joule è sempre 1 Joule. Peraltro, è buffo notare che Wellerstein difende il ton per uso nucleare, quando questa unità di misura esprime l'energia in termini di esplosivo convenzionale (tonnellate di TNT, trinitrotoluene o tritolo), per cui, seguendo il ragionamento di Wellerstein, sarebbe proprio il ton che non dovrebbe essere usato per le esplosioni nucleari. Ma, fortunatamente, per la fisica, il principio di conservazione dell'energia vale ancora per cui è possibile avere relazioni numeriche che permettono di convertire una certa unità fisica per la misura dell'energia in un'altra. E 1 ton di origine nucleare è lo stesso di un ton rilasciato nell'esplosione in atmosfera di un asteroide.
data :
3.3.13
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