ESA : "Riceviamo segnali dalla superficie".
Questo il tweet dell'Esa, l'Agenzia Spaziale Europea, che ha annunciato al mondo di aver raggiunto con il robot Philae la superficie della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko.
La missione della sonda Rosetta, cominciata dieci anni fa, è dunque riuscita.
Ora si attendono dal lander Philae immagini e dati dalla cometa che potrebbero aprire scenari finora mai stati possibili sulla ricerca spaziale e l'origine dell'universo.
La zona di atterraggio, denominata Agilkia e che si trova sulla cima di un bizzarro oggetto a doppi lobi, è stata scelta appena sei settimane dopo l'arrivo, sulla base delle immagini e dei dati raccolti alla distanza di 30-100 km dalla cometa.
Queste prime immagini hanno presto svelato la cometa come un mondo pieno di massi, alte scogliere e precipizi scoraggianti e buchi, con getti di gas e correnti di polvere dalla superficie.
In questa missione epocale l'Italia è in prima linea. Nella (già oggi) lunga storia di Rosetta, l'Italia è sempre stata in prima fila. Inizialmente con la planetologa Angioletta Coradini, purtroppo scomparsa nel 2011 e poi con Agenzia Spaziale Italiana, con le università Parthenope e quella di Padova, il Politecnico di Milano, l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Non meno importante poi è la partecipazione dell'industria italiana con le "famose" aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.
Non dimentichiamo poi che sono italiani i due ricercatori che si trovano in queste ore alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo. E degli 11 strumenti a bordo di Rosetta alcuni sono italiani :
- lo spettrometro Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell'Inaf (Iaps-Inaf);
- Giada (Grain impact analyser and dust accumulator), progettato da Luigi Colangeli e del quale è responsabile Alessandra Rotundi, dell'università Parthenope.
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