giovedì 20 novembre 2014
La prima donna astronauta italiana : 23 novembre 2014 !
Il 23 novembre la prima astronauta italiana partirà verso la Iss, la Stazione Spaziale Internazionale che possiamo ammirare facilmente quando sorvola le nostre teste viaggiando a 400 km di altitudine alla ragguardevole velocità di 28.000 kmh (circa).
Manca veramente poco a questa data storica (per l'Italia) in quanto alle 21:57 di domenica 23 novembre l’avventura spaziale di Samantha Cristoforetti avrà infatti inizio partendo dal cosmodromo russo di Bajkonur.
AstroSamantha si è preparata per quasi tre anni in previsione della missione sulla Stazione spaziale internazionale per eseguire le procedure tecniche necessarie e per allenare il proprio fisico ad affrontare la prolungata permanenza in ambiente spaziale in assenza di gravità.
Quest’ultimo aspetto presenta alcune incognite per Samantha poichè, mentre per gli astronauti maschi gli effetti dell’assenza di gravita sulla salute sono più conosciuti, i dati raccolti relativi agli effetti sull'organismo femminile non sono ancora sufficienti a determinare con completezza quali siano i pericoli e/o le contro indicazioni perchè il numero di donne che hanno partecipato a missioni spaziali è notevolmente inferiore rispetto all'altro sesso.
Il problema è importante anche per la Nasa, la quale, in previsione delle missioni di durata sempre maggiore che sono state pianificate per i prossimi decenni, nel 2013 ha attivato ben sei gruppi di lavoro in collaborazione con il National Space Biomedical Research Institute, per fare un punto della situazione preciso di cosa sappiamo esattamente riguardo alle differenze di genere nella risposta dell’organismo degli astronauti.
Molto interessanti i risultati di queste analisi che riepilogano le informazioni raccolte negli anni relative ai 477 uomini ed alle 57 donne che hanno eseguito missioni nello spazio fino al giugno 2013.
Pubblicati di recente sul Journal of Women’s Health, i contenuti principali dello studio si possono riepilogare nei punti seguenti e nell'immagine rilasciata dal NSBRI.
Intolleranza ortostatica : Consiste nell’incapacità di restare in piedi per periodi prolungati senza perdere i sensi. Questo disturbo è più comune negli astronauti donna al ritorno dalla missione. Una possibile spiegazione è la minore capacità dei vasi sanguigni di dilatarsi sotto effetto della pressione sanguigna nelle gambe, già dimostrata da studi sulla lungo degenza a letto. Gli effetti sono paragonabili a quelli a cui viene sottoposto l’organismo degli astronauti nello spazio.
Diminuzione del volume del plasma sanguigno : Le simulazioni eseguite a Terra indicano che, in condizioni di microgravità, nelle donne avviene una maggiore perdita di volume del plasma sanguigno rispetto agli uomini. A tale condizione l’organismo femminile risponde con un maggiore aumento del ritmo cardiaco. Non è chiaro come questo fenomeno influenzi l’organismo nello spazio pertanto necessita di approfondimenti.
Sindrome VI-IP (Visual Impairment / Intracranial Pressure) : Si tratta di una diminuzione della vista provocata dall’aumento della pressione intracranica e questo problema ha riguardato ben l’82% degli astronauti maschi e il 62% delle donne, ma tutti i casi più significativi che hanno comportato conseguenze cliniche rilevanti sono capitati negli uomini.
Sistema immunitario: La permanenza nello spazio può modificare il funzionamento e la concentrazione di alcuni costituenti essenziali del sistema immunitario. I dati registrati durante le missioni non indicano però differenze, in questo caso, tra l’organismo maschile e quello femminile. A Terra, nelle donne, l'organismo produce solitamente reazioni immunitarie più intense e questo le rende più resistenti ad infezioni virali e batteriche mentre non è ancora stabilito se lo stesso potrebbe accadere anche durante le missioni spaziali di lunga durata.
Radiazioni: Si tratta di uno dei maggiori pericoli per chi lavora nello spazio. L’atmosfera terrestre infatti ci scherma normalmente dalla maggior parte di radiazioni che invece sono presenti nello spazio. I dati raccolti sembrano indicare che le donne siano più suscettibili degli uomini a sviluppare conseguenze tumorali indotte dalle radiazioni e ciò giustifica i bassi livelli di esposizione tollerata per gli astronauti donna rispetto a quella consentita agli uomini.
Space Motion Sickness: Simile al disturbo del "mal di macchina". E' un problema frequente per gli astronauti tuttavia le donne sembrerebbero meno suscettibili degli uomini al momento del primo arrivo sulla stazione spaziale mentre risultano maggiormente colpite al ritorno a Terra. Va detto che per quanto riguarda l'argomento i dati disponibili sono estremamente limitati.
Udito : Il peggioramento dell’udito legato all’età risulta accellerato più negli astronauti maschi che nelle femmine, ma i dati indicano che la responsabilità non risulta dovuta dell’assenza di gravità pur non individuando altre cause.
Infezioni del tratto urinario: Risultano più comuni nelle donne astronauta ma sono sempre state curate con successo tramite l'assunzione di antibiotici.
Ossa e comportamento: il sistema muscolo-scheletrico rapportato al viaggio spaziale determina reazioni molto diverse da individuo a individuo senza evidenziare relazioni particolari rispetto al sesso. Anche le reazioni psicologiche e quelle comportamentali alla vita nello spazio sono comparabili tra i due sessi. Tuttavia l’attenta selezione e il significativo addestramento dei candidati contribuiscono a rendere improbabili eventuali problemi psichiatrici tra gli astronauti.
Quindi se avete intenzione di "crogiolarvi" nello spazio nelle vostre future "vacanze" fantascientifiche avete già un discreto quadro della situazione che dovrete affrontare.
Per ora comunque non ci resta che augurare a Samantha una splendida missione!
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