venerdì 4 gennaio 2008

Parliamo ancora della cometa Holmes

Si sa... le comete sono oggetti imprevedibili e capricciosi!
Talvolta promettono meraviglie che invece non mantengono (vedi la cometa Kohoutek dei primi anni '70), talvolta appaiono improvvisamente e inaspettate ad impreziosire il Cielo (vedi la recente McNaught, per non parlare delle più datate Hyakutake e Hale-Bopp). Talvolta, come per la Holmes 17/P, si accendono in un improvviso outburst!

Ripercorriamo velocemente i fatti. La cometa fu scoperta dall'astrofilo inglese E. Holmes nel novembre 1892 mentre faceva osservazioni nei pressi della galassia di Andromeda. Fin da subito si capì che era successo qualcosa di strano, dal momento che la cometa era visibile ad occhio nudo eppure non era stata notata nelle settimane precedenti, quando le condizioni osservative erano ampiamente favorevoli. Calcolati i parametri orbitali risultò che la cometa era passata 5 mesi prima al perielio e da un mese alla minima distanza dalla Terra. L'unica spiegazione poteva essere in un improvviso aumento di luminosità dell'oggetto, in inglese outburst, che sembra essere un vizio congenito della nostra cometa. Infatti dopo essere rimasta visibile ad occhio nudo per quasi un mese dalla data della scoperta, diminuì rapidamente la sua luminosità fino ad essere visibile solo con un buon telescopio; poi a metà gennaio del 1893 eccola di nuovo balzare a magnitudini al limite della visibilità ad occhio nudo. Con una piccola chioma e senza coda, venne definita dagli osservatori del tempo una "stella nebulosa".

E veniamo ad oggi. Caso più unico che raro, il 24 ottobre 2007 la luminosità della Holmes è aumentata quasi 400.000 volte nel breve volgere di poche ore, guadagnando quasi 15 magnitudini in appena 2 giorni. (vedere immagine a fianco di Alan Dyer)
Cosa può essere successo in un oggetto di appena 3,5 km di diametro, che si muove su un'orbita compresa fra 2,05 e 5,18 UA (quindi fra le orbita di Marte e Giove, dove si trovano gli asteroidi della Fascia Principale) e che si trovava nel momento dell'outburst a ben 370 milioni di km dal Sole? Le immagini fotografiche alle varie lunghezze d'onda e le indagini spettrali hanno mostrato una morfologia comune a tante altre comete: un falso nucleo, una chioma e un alone composti sostanzialmente da ghiaccio d'acqua misto a polveri rocciose, ossidi di carbonio, ammoniaca e metano.
Nulla di eccezionale quindi... a parte le dimensioni! Nel giro di poche settimane la cometa, da oggetto insignificante, è divenuta il corpo angolarmente più grande del Sistema Solare: in 3 settimane ha raggiunto un diametro di 1.500.000 km!!

Escludendo la frantumazione del nucleo, come sembrano testimoniare le immagini del telescopio spaziale (http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/solar-system/2007/40/), la spiegazione più accreditata sembra essere una sua fratturazione. Come l'acqua che sgorga da una falla di una diga, così da una frattura della crosta del nucleo della Holmes dovrebbe essere fuoriuscito materiale cometario sottoposto ad elevate pressioni, con velocità tipiche di un proiettile (0,5 km/s ovvero 1.800 km/h, sic!). Nonostante l'enorme dimensione della chioma, considerando che le particelle espulse hanno dimensioni dell'ordine di un millesimo di millimetro, la massa complessiva espulsa dovrebbe corrispondere a quella contenuta in un volume di circa 100 metri di lato. In ogni caso l'energia coinvolta nel fenomeno è stata parecchia, per un corpo di così modeste dimensioni.

Ancora oggi la cometa è osservabile nella costellazione del Perseo (vedere immagine da Sky&Telescope).

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