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Il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, pubblicato la prima volta a Venezia nel 1610, ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia della filosofia e della scienza, sia per le provocazioni che sollevava alle antiche concezioni del cosmo, sia per l'impiego di un nuovo strumento: il telescopio.
Proviamo a rileggere alcuni illuminanti passaggi di questa opera. Scriveva Galileo:
Proviamo a rileggere alcuni illuminanti passaggi di questa opera. Scriveva Galileo:
Grandi cose per verità in questo breve trattato propongo all'osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l'eccellenza della materia stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
Grande cosa è certamente alla immensa moltitudine delle stelle fisse che fino a oggi si potevano scorgere con la facoltà naturale, aggiungerne e far manifeste all'occhio umano altre innumeri, prima non mai vedute e che il numero delle antiche e note superano più di dieci volte.
Più avanti, aggiungeva:
[…] Ma oltre le stelle di sesta grandezza si vedrà col cannocchiale un così gran numero di altre, invisibili alla vista naturale, che appena è credibile: se ne possono vedere infatti più di quante ne comprendano le altre sei differenti grandezze; le maggiori di esse, che possiamo chiamare di settima grandezza o prima delle invisibili, con l'aiuto del cannocchiale appaiono più grandi e più luminose che le stelle di seconda grandezza viste a occhio nudo.
E a riprova di quanto visto, rappresentò due zone di cielo.
Nell’asterismo costituito dalla cintura e dallo spadino di Orione vide oltre 500 stelle, più di quaranta entro lo stretto limite delle sei Pleiadi visibili ad occhio nudo!
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Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. – Marcel Proust
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