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martedì 11 ottobre 2022

Serantares 2022/2023 - PRIMO APPUNTAMENTO - Missione DART: test per la difesa planetaria

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Amiche e amici di Antares,

ritornano le SerAntares, appuntamento fisso del secondo Venerdì del mese, da ottobre a maggio di ogni anno!

Come forse già sapete, alle SerAntares tratteremo insieme di notizie di interesse astronomico e scientifico, spaziando dalle novità più rilevanti del settore alla ricostruzione dei più avvincenti avvenimenti storici, dalle scoperte più recenti alla descrizione del cielo del mese, e così via.

Per partecipare alle SerAntares non occorre prenotare né pagare un biglietto, essendo sufficiente presentarsi nelle date indicate alle 20:45 presso il Liceo di Lugo, in viale degli Orsini 6; né tantomeno è richiesta una base di conoscenze pregresse, in quanto sarà cura dei relatori di introdurre le nozioni di base necessarie per comprendere gli argomenti trattati durante la serata, che saranno affrontati con un taglio divulgativo, adatto a tutti. 

Per quanto concerne il primo appuntamento con le SerAntares, ci incontreremo Venerdì 14 ottobre, dalle 20:45, presso il Liceo di Lugo, e il nostro Valeriano Ballardini terrà una presentazione dal titolo: "Missione DART: test per la difesa planetaria".



Per ulteriori informazioni sulle date e i temi trattati nelle SerAntares, cliccate qui.


Invitate chi volete e accorrete numerosi!




mercoledì 30 marzo 2016

Schianto su Giove!

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Giovedì 17 Marzo 2016, alle 00:18:45 UTC (in Italia era l'01:18:45), due astrofili che stavano riprendendo Giove in differenti location (Irlanda ed Australia), hanno catturato un momento davvero incredibile: un improvviso brillamento sul pianeta, segno di un'improvviso schianto sul gigante gassoso di un asteroide o di una cometa!

Giove ha dimostrato ancora una volta di meritarsi l'appellativo di "spazzino del Sistema Solare", affibbiatogli a causa del fatto che è il pianeta che viene più spesso colpito da oggetti vaganti nello spazio grazie al suo immenso pozzo gravitazionale, che attira verso di sé una enorme quantità di asteroidi e comete.

I danni arrecati alla superficie di Giove dall'impatto con la cometa Shoemaker-Levy 9: le macchie nere impiegarono mesi ad essere
riassorbite dall'atmosfera gioviana!
In effetti alcuni di voi potrebbero ricordare di come già in passato Giove si fosse reso protagonista di eventi simili, il più clamoroso dei quali è stato certamente lo schianto della cometa Shoemaker-Levy 9, che nel periodo tra il 16 ed il 22 Luglio 1994 "bombardò" letteralmente il pianeta facendo precipitare sulla superficie del pianeta gli svariati frammenti in cui si era disgregata, e causando enormi macchie nere visibili per diversi mesi anche dalla Terra con dei buoni telescopi! 
Dobbiamo ringraziare Giove e la sua immensa forza di gravità se questi oggetti non riescono ad arrivare fino a noi, divenendo potenzialmente pericolosissimi per il nostro ecosistema: quando non si schiantano sul pianeta infatti, vengono deviati dalla loro traiettoria ed allontanati (quasi sempre) dalla Terra: la vita qui non sarebbe probabilmente stata possibile senza la presenza del gigante gassoso!

Ecco un time-lapse che mostra nuovamente lo schianto sul pianeta: notate anche la presenza dei satelliti galileiani che stavano compiendo un doppio transito sul gigantesco pianeta!

martedì 30 giugno 2015

Oggi è l'Asteroid Day!

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Oggi 30 giugno 2015 è il primo Asteroid Day, giornata utile a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di potenziare -di almeno 100 volte secondo la petizione fulcro della campagna di Asteroid day- lo studio dei cosiddetti NEO (Near Earth Objects, corpi celesti vicini alla Terra).
Oggetto dell'Asteroid day è la firma da parte del maggior numero di persone possibili della suddetta petizione, in cui si sostiene che nel nostro Sistema Solare esistono approssimativamente un milione di asteroidi che, se colpissero la Terra distruggerebbero intere città, ma che al momento ne conosciamo soltanto 10.000, solamente l'1% circa del totale! Per questo si richiede una forte accelerazione della ricerca e dello studio di questi oggetti pericolosissimi per la nostra sopravvivenza, fino a scoprirne il maggior numero possibile entro 10 anni, in modo da cercare di prevenire il più possibile il rischio di catastrofi improvvise.



Alla petizione hanno aderito personalità di spicco del mondo della scienza e non solo: vale la pena citarne solo alcuni: Lord Martin Rees (astronomo reale nonché presidente della Royal Society), Kip Stephen Thorne (professore di fisica teorica al CIT, noto ai più per aver elaborato alcune delle teorie alla base del film premio Oscar "Interstellar"), Jim Lovell (comandante della missione Apollo 13 e del modulo di comando e servizio dell'Apollo 8), Alexei Leonov (primo uomo a "passeggiare" nello spazio), Carolyn Shoemaker (astronoma e co-scopritrice della cometa Shoemaker-Levy), Richard Dawkins (biologo ed etologo di fama mondiale), Bill Nye (divulgatore scientifico americano), Brian May (che oltre ad essere noto per la sua carriera da cofondatore e chitarrista dei Queen è anche un astrofisico), ed altre decine tra astronauti, scienziati, divulgatori e persone del mondo dello spettacolo interessate a dare visibilità a questa manifestazione (tra cui per esempio Peter Gabriel!).

La scelta di far cadere quest'evento proprio il 30 Giugno non è stata casuale: il 30 Giugno 1907 nelle vicinanze del fiume siberiano Podkammenaja Tunguska un oggetto (è ancora dibattuto se si sia trattato di un asteroide o di una cometa, anche se non manca chi ha teorizzato sia stato uno scontro con un blocco di antimateria) esploso a 5-10 km di distanza dal suolo ha prodotto un bagliore visibile fino a 700 km di distanza, il rumore fino a 1000 km, che causò l'abbattimento di circa 60-80 milioni di alberi su una superficie di 2.150 chilometri quadrati: pensate che l'onda d'urto fece anche quasi deragliare alcuni convogli della Transiberiana a 600 km di distanza, e a Londra, pur essendo mezzanotte circa, si poteva leggere il giornale senza l'ausilio dell'illuminazione artificiale,
Una tale deflagrazione secondo le stime più affidabili equivale a 10-15 megatoni (come 1000 bombe atomiche di Hiroshima messe insieme!), in grado dunque di spazzare via grandi città metropolitane.

In ogni caso, per questo e molti altri motivi, vale la pena firmare la petizione nella speranza che questa si concretizzi poi in uno studio più approfondito dei NEO per mappare le traiettorie di oggetti tanto pericolosi e allo stesso tempo imprevedibili!

Il link per firmare la petizione è questo: https://www.change.org/p/help-make-the-100x-acceleration-of-the-discovery-and-tracking-of-near-earth-asteroids-real

Sul sito ufficiale della manifestazione http://www.asteroidday.org/ potrete trovare maggiori informazioni sulla manifestazione e sugli eventi che si terranno in tutto il mondo per celebrare questa data.

sabato 21 dicembre 2013

Impatto lunare : un nuovo cratere sulla Luna!

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Un nuovo cratere sulla Luna: La maggior parte dei crateri sulla Luna si è formata milioni o addirittura miliardi di anni fa. 

Il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA ne ha appena trovato uno, però, che ha solo 9 mesi!

 Il 17 marzo 2013, un luminoso flash di luce era stato osservato nel Mare Imbrium, il Mare delle Piogge. 

I ricercatori hanno concluso che un piccolo asteroide di circa 0,4 metri di larghezza (40 cm) ha colpito la superficie lunare provocando un'esplosione equivalente a 1,3 tonnellate di TNT. Ed ecco il cratere che si è generato inquadrato nell'immagine!

La fotocamera LROC (Lunar Reconnaissance Orbiter Camera) ha fotografato il cratere nel mese di luglio quando la sonda ha fatto un passaggio di routine sul luogo dell'impatto . 

Successive analisi relative al cratere generatosi all'impatto del 17 marzo sono state presentate alla riunione dell'Unione Geofisica Americana della scorsa settimana. 

Secondo quanto rilevabile dalla foto della LROC, il cratere è di 18 metri ( 59 piedi) di larghezza.

Insieme agli evidenti raggi "luminosi" di materiale eiettato fresco, si evidenzia il cratere centrale ricco di particolari mentre nell'area il marchio dell'impatto si estende sulla superficie di terreno lunare pari a metà delle dimensioni di un campo di football americano .

A differenza della Terra, che ha un'atmosfera di protezione, quella rarefatta della Luna è assolutamente insufficiente ed espone il satellite terrestre agli impatti di qualunque asteroide in arrivo, qualunque sia la dimensione di questi. 

Il Meteoroid Environment Office della NASA monitora la superficie lunare costantemente per rilevare i segni di nuovi impatti. Dal 2005 ad oggi hanno rilevato lampi di luce provocati da oltre 300 esplosioni. L'evento del 17 marzo è stato quello più brillante che avessero mai osservato, ben 10 volte più luminoso di qualsiasi altro impatto meteoritico lunare registrato nella storia del programma di monitoraggio . I dati del rilevamento  svolto dalla LROC sul cratere nel Mare Imbrium forniscono il tipo di informazioni di misura di cui hanno bisogno i ricercatori per calibrare l'intero set di dati.

domenica 1 dicembre 2013

Un asteroide nelle immagini ISON ?

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Tanto per consolarci (?) e anche per dimostrare che l'astronomia richiede passione e attenzione anche nei momenti di "sconforto", guardate un pò cosa ha individuato un astrofilo scrupoloso ingrandendo e "setacciando" i fotogrammi delle sonde che inquadravano la cometa :





"Guardando il video  IRAM di Ison sulla homepage di spaceweather.com ho voluto analizzare i dati dello sfondo e ho visto questo oggetto piuttosto grande che ritengo un asteroide. Non potete non vederlo anche voi. Questo è piuttosto sorprendente data la circostanza. Spero che qualcuno possa identificare questo oggetto, non sembra essere il rumore di fondo della fotocamera poichè ha un andamento regolare e anche un leggero sfarfallio di luminosità." scrive l'autore : Apollo Lasky on November 26, 2013 @ Naperville, IL
 
Ed ecco che la rete risponde :

Copyright Tutti i diritti riservati a rickbaldridge
L'oggetto nella parte inferiore dell'immagine fa parte della fascia principale degli asteroidi : 216 Kleopatra.

E questa invece dovrebbe essere l'ultima sequenza di immagini che inquadrano la cometa ISON  (LAST IMAGE OF ISON from Stereo H1L) :

by Jase8126 on November 30, 2013 @ USA 



mercoledì 5 giugno 2013

Ritorna il sito www.marcomenichelli.it (in memoria)

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Apprendiamo dal figlio (DAVID MENICHELLI) di Marco Menichelli che il sito www.marcomenichelli.it è stato ripristinato in virtù della grande richiesta da parte di astrofili di poter continuare a consultarlo ed anche in memoria dell'apprezzato impegno profuso con passione da Marco per l'astronomia.

Ringraziamo quindi la famiglia Menichelli rinnovando la nostra stima per Marco.

vedasi anche articolo precedente ANTARES NOTIZIE :

mercoledì 27 febbraio 2013

Cosa esplose sopra la Russia?

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Quando il Sole sorse sui monti Urali della Russia, venerdì 15 febbraio, molti residenti della vicina Chekyabinsk sapevano già che un sasso spaziale stava arrivando. Quello stesso giorno, più tardi, un asteroide chiamato 2012 DA14 sarebbe passato vicino alla Terra a sole 17'200 miglia [NdT: circa 28'000 km] sopra l'Indonesia. Non c'era pericolo di collisione, come assicurato al pubblico dalla NASA. 

Forse fu per questo che, quando il cielo del mattino fu illuminato da un secondo sole e un'onda d'urto frantumò le finestre in centinaia di edifici intorno a Chelyabinsk, solo alcune persone rialzandosi da terra avevano capito subito cosa fosse accaduto. Non era stato un incidente aereo o un attacco missilistico. 

"È stato l'impatto di una meteora - il più potente dall'evento di Tunguska del 1908" - dice Bill Coocke del NASA Meteoroid Environment Office. In una coincidenza che fa ancora scuotere le teste degli esperti NASA, un piccolo asteroide completamente scorrelato con 2012 DA 14 ha colpito la Terra poche ore prima dell'evento annunciato. L'impattore è sbucato fuori dal blu, letteralmente dalla direzione del Sole dove nessun telescopio poteva vederlo, e ha colto tutti di sorpresa. 

"Questi sono eventi rari ed è incredibile vederli accadere lo stesso giorno" - dice Paul Chodas del Programma NASA Near-Earth Object at JPL. I ricercatori hanno quindi elaborato un mosaico dell'accaduto. L'informazione più rilevante è venuta dalla rete di sensori infrasonici operata dal Comprehensive Test Ban Treaty Organization (CTBTO). Il loro scopo è monitorare le esplosioni nucleari. 

Gli infrasuoni sono un tipo di onda sonora a frequenza molto bassa che solo gli elefanti e pochi altri animali possono udire. Le meteore che entrano nell'atmosfera della Terra generano onde infrasoniche che si diffondono attraverso l'aria del nostro pianeta. Analizzando le registrazioni infrasoniche è possibile imparare quanto a lungo la meteora è stata nell'aria, in quale direzione si muoveva, e quanta energia ha rilasciato. 

Il segnale infrasonico della meteora Russa è stato tra i più intensi mai registrati dalla rete CTBTO [NdT: si può ascoltare l'infrasuono della meteora amplificato sul sito NASA Science News]. La stazione più lontana che ha registrato questo impercettibile suono era 15'000 km distante, in Antartide. 

Il professore di fisica del Western Ontario, Peter Brown, ha analizzato i dati: "L'asteroide aveva circa 17 metri di diametro e pesava approssimativamente 10'000 tonnellate", racconta. "Ha colpito l'atmosfera della Terra a 40'000 miglia all'ora [NdT: 64'000 km/h o 18 km/s] e si è frammentato a circa 12-15 miglia [NdT: 19-24 km] sopra la superficie della Terra. L'energia dell'esplosione risultante eccedeva i 470 kton di TNT". A titolo di confronto, le prime bombe atomiche produssero solo dai 15 ai 20 kton.

Sulla base della traiettoria del bolide, gli analisti hanno anche tracciato la sua orbita [NdT: orbita, dal sito NASA Science News]. "È venuto dalla fascia degli asteroidi, circa 2.5 volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra", dice Cooke.

Comparando l'orbita della meteora Russa con quella di 2012 DA14, Cooke ha dimostrato che non c'è connessione tra le due. "Sono oggetti indipendenti", dice. "Il fatto che abbiano raggiunto la Terra lo stesso giorno, uno più vicino dell'altro, sembra essere una totale coincidenza".   
Le registrazioni infrasoniche hanno confermato che la meteora è entrata in atmosfera con un angolo basso di circa 20 gradi ed è durata circa 30 secondi prima di esplodere. Lo scoppio fragoroso, che è stato udito e sentito a centinaia di miglia, ha segnato l'inizio di una caccia al tesoro scientifica. Migliaia di frammenti della meteora sono ora sparsi lungo la campagna degli Urali, e una piccola frazione è già stata recuperata. 

I resoconti preliminari comunicati attraverso i media, suggeriscono che l'asteroide era composto principalmente di pietra con un po' di ferro - "in altre parole, un tipico asteroide da oltre l'orbita di Marte" dice Cooke. "Ce ne sono milioni come questo". 

E c'è qualcosa su cui riflettere, mentre raccolta in Chelyabinsk continua. 

Tony Phillips

mercoledì 20 febbraio 2013

L'esplosione in atmosfera di Čeljabinsk del 15 Febbraio 2013

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Da un video su Youtube.
Ringrazio Roberto per i complimenti scritti nel suo post di ieri. In effetti, l'inondazione di notizie che ha seguito l'evento è stata abbastanza confusionaria e dati scientifici utili sono ancora scarsi o non pubblici. Comunque, la ricchezza di video diffusi via internet rende possibile fare qualche considerazione. La cosa che colpisce maggiormente è l'onda d'urto che arriva a terra, frammenta le finestre, sbatte a terra le persone, ma non demolisce gli edifici. Questo è un dato importante. Rammentiamo sicuramente il bolide di Lugo del 19 gennaio 1993, che rilasciò un'energia pari a 14 kton a 30 km di altitudine. L'onda d'urto fu rilevata da alcune stazioni sismografiche al suolo, ma non causò danni agli edifici. Quindi, l'evento di Čeljabinsk ha un'energia maggiore. Rammentiamo l'evento Tunguska del 30 giugno 1908 (vedi anche qui), in cui l'energia dell'esplosione fu di 12.5 Mton a 8.5 km di altezza e devastò un'area di oltre 2150 km2. Anche qui, dal confronto con l'evento di Čeljabinsk capiamo che quest'ultimo deve essere stato meno energetico rispetto a Tunguska. 

Piccola nota: è bene rammentare sempre che le esplosioni in atmosfera di piccoli asteroidi non sono né chimiche né nucleari. Questi corpi viaggiano a velocità geocentriche di decine di km/s e si frammentano generalmente in una variazione di altitudine di pochi km. Data la velocità del corpo, questa frammentazione avviene quindi in meno di un secondo e ci appare come un'esplosione. In realtà, il termine corretto è frammentazione esplosiva.

Un'informazione utile potrebbe venire dai video in cui si vede che durante la frammentazione esplosiva la luminosità è diventata comparabile, forse leggermente inferiore, a quella del Sole. In alcuni casi, le telecamere sono state prossime a saturazione. Sapere le caratteristiche tecniche delle telecamere potrebbe fornire utili informazioni sulla luminosità necessaria per saturarle e quindi dare una stima della potenza dell'evento. Le ultime notizie della NASA indicavano un'energia rilasciata di 500 kton, ma senza fornire dettagli su come è stata fatta la misura. Si dice che è stata usata una rete per il rilevamento infrasonico (parolone per dire che misurano onde d'urto in atmosfera) in Alaska. Se i sensori erano tutti localizzati in Alaska o Canada, ci possono essere grossi errori dovuti alla distanza (oltre 6500 km, come scrive lo stesso comunicato NASA) e dal fatto che sono localizzati tutti dalla stessa parte rispetto all'evento. In questo caso, sarebbe utile trovare dati da sensori a Ovest dell'evento per potere avere una stima migliore dell'energia e del luogo. Se i sensori sono tutti localizzati in una certa direzione rispetto all'evento, gli errori possono essere considerevoli.

Avere una localizzazione del luogo con sufficiente precisione sarebbe molto importante per stimare poi l'altezza di esplosione. Comunque, per un'altra stima dell'energia dell'evento possiamo partire dal fatto che l'onda d'urto ha distrutto i vetri. Per quanto la sovrapressione necessaria a rompere un vetro dipenda dal tipo di vetro, si può assumere un valore di partenza di circa 1 kPa come valore minimo necessario. Dagli studi sugli effetti delle esplosioni atomiche, si conoscono le leggi di scala che regolano le esplosioni di grande potenza. Una sovrapressione di 1 kPa viene generata da un'esplosione di 1 kton a circa 4.6 km di distanza (sottolineo distanza, quindi altezza più distanza al suolo). A questo punto, abbiamo bisogno di stimare l'altezza dell'esplosione per stimare l'energia con leggi di scala. William Cooke (NASA) ha rilasciato un primo calcolo dell'orbita in cui si riporta una velocità geocentrica di 18 km/s (che useremo dopo) e un'altezza tra i 15 e 25 km. Non è chiara la posizione degli edifici con vetri rotti rispetto alle coordinate dell'esplosione. Dai video sembra che l'asteroide sia passato sopra la città di Čeljabinsk e che l'abbia superata. Il lago Čebarkul, dove hanno ritrovato dei frammenti, dista un'ottantina di km da Čeljabinsk. Cooke indica un'angolo di entrata di meno di 20°, per cui l'altezza dell'asteroide quando è passato su Čeljabinsk doveva essere sui 30 km (vedi anche qui). Per cui, ipotizziamo una distanza complessiva degli edifici con i vetri rotti e il luogo della frammentazione esplosiva sui 20-30 km. Secondo le leggi di scala, l'energia doveva essere quindi tra gli 80 e i 280 kton. Per contro, se teniamo buona la stima della NASA di 500 kton, risulta una distanza di 36 km, che è ancora accettabile. 

Ora che abbiamo l'energia e la velocità (18 km/s, come suggerito dai calcoli orbitali di Cooke), è possibile stimare la massa, che risulta essere tra 2000 e 7000 tonnellate (13000 ton se usiamo la stima NASA di 500 kton). Data l'altezza di esplosione è ragionevole pensare a un piccolo asteroide pietroso, come peraltro confermato dai primi ritrovamenti di frammenti di condrite ordinaria. Considerando quindi una densità di 3500 kg/m3, tipica per questo materiale, si ottiene un diametro del corpo originario di circa 10-15 m (19 m con la stima NASA di 500 kton). Corpi di queste dimensioni colpiscono la Terra mediamente una volta ogni dieci anni o meno, come suggeriscono Peter Brown et al. (2002).

Qualche considerazione finale di carattere generale: come ha già scritto Roberto, questo evento cambierà la percezione di questo genere di rischio. Si spera quindi che vengano rifinanziati e potenziati i programmi di ricerca e monitoraggio di asteroidi e comete, si spera che riprenda vigore la ricerca spaziale perché se un giorno avremo bisogno di deflettere un asteroide in rotta di collisione non potremo farlo da Terra. Una cosa si può fare subito: iniziare a istruire le persone su cosa fare in casi di questo genere. Dai video si vedono persone che corrono alla finestra, attirate dalla luce abbagliante dell'esplosione e rimangono affacciate. Quando arriva l'onda d'urto sono investite in pieno dallo spostamento d'aria e dai frammenti dei vetri rotti delle finestre. Bisogna quindi iniziare a dire che dopo il lampo dell'esplosione ci sono un paio di minuti prima che arrivi al suolo l'onda d'urto. Per cui, dopo aver ammirato la luce, è bene riprendersi dalla sorpresa e cercare un riparo. Se dopo diversi minuti non è successo niente, si possono riprendere le attività normali.

martedì 29 gennaio 2013

Ad un pelo dall' asteroide (2012 DA14)

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"Sfiorati" per un pelo : Il 15 febbraio un asteroide avente le dimensioni della metà circa un campo di calcio passerà a fianco della Terra a solo 

17.200 miglia = 27.680,7168 chilometri

sopra la superficie del nostro pianeta. 



Non c'è pericolo di una collisione, ma la roccia spaziale, denominata 2012 DA14, ha catturato l'attenzione della NASA."Questo è un incontro ravvicinato da record", dice Don Yeomans del programma Near Earth Object della NASA al JPL. "Dal momento che iniziarono le indagini regolari del cielo nel 1990, non abbiamo mai visto un oggetto di queste dimensioni passare così vicino alla Terra."Le zone attraversate dall'orbita della Terra sono piene di asteroidi di tutte le forme e dimensioni, che vanno da frammenti più piccoli tipo "palloni da spiaggia" fino a rocce grandi come montagne di molti chilometri di larghezza. Molti di questi oggetti provengono dalla fascia degli asteroidi, mentre altri possono essere residui di corpi consumati dal tempo come anche frammenti di comete. Il programma NASA Near-Earth Object aiuta a trovare e tenere traccia di questi corpi, soprattutto quelli che si avvicinano al nostro pianeta.2012 DA14 è il tipico asteroide che passa vicino alla Terra. Esso misura circa 50 metri di larghezza, non è nè molto grande né molto piccolo, e probabilmente è fatto di pietra piuttosto che di rocce metalliche o ghiaccio. Yeomans stima che un asteroide come 2012 DA14 avvicini la Terra, in media, ogni 40 anni, ma esiste la possibilità che impatti con il nostro pianeta solo ogni 1200 anni circa.L'impatto di un asteroide di 50 metri non è catastrofico a meno che non vi capiti di essere proprio sulla sua traiettoria finale. Yeomans sottolinea che è un oggetto di dimensioni simili a quello che ha formato il largo cratere del Meteor in Arizona, quando colpì circa 50.000 anni fa. "Questo asteroide però era di ferro," dice, "e questo ha reso l'urto particolarmente potente." Inoltre, nel 1908, qualcosa avente circa le dimensioni del 2012 DA14 esplose nell'atmosfera sopra la Siberia, provocando l'abbattimento di centinaia di chilometri quadrati di foresta. I ricercatori stanno ancora studiando l'Evento di Tunguska alla ricerca di prove dell'oggetto impattante."2012 DA14 sicuramente non può colpire la Terra", sottolinea Yeomans. "L'orbita dell'asteroide è conosciuta a sufficienza per poter escludere un impatto".In ogni caso arriverà ad essere notevolmente vicino, tanto da essere un interessantissimo obiettivo di studio. Il radar della NASA monitorerà la roccia spaziale che si avvicina Terra fino ad essere anche più vicina di molti satelliti artificiali. Yeomans dice che l'asteroide si infilarà tra la bassa orbita terrestre, dove si trovano anche la ISS e discreto numero di satelliti di osservazione della Terra e la fascia più alta dei satelliti geostazionari, che forniscono dati meteo e le telecomunicazioni."Le probabilità di un impatto con un satellite sono estremamente remote", dice. Quasi nulla considerando l'orbita di DA14 quando passerà dalla Terra.

Il radar di Goldstone della NASA nel deserto del Mojave prevede di eseguire il "ping" di 
2012 DA14 quasi tutti i giorni dal 16 febbraio al 20. Gli echi non servono solo a individuare l'orbita dell'asteroide, consentendo ai ricercatori di prevedere meglio gli incontri futuri, ma rivelano anche caratteristiche fisiche come le dimensioni, rotazione e riflessione. Un risultato importante della campagna di osservazione sarà una mappa radar 3D che mostri la roccia spaziale da tutti i lati.


Durante le ore intorno all'approccio, l'asteroide aumenterà di luminosità fino ad assomigliare ad una stella di magnitudine 8. Teoricamente, questo è un facile bersaglio per telescopi amatoriali. Il problema, sottolinea Yeomans, è la velocità. "L'asteroide correrà attraverso il cielo, rapidamente coprendo due volte la larghezza di una Luna piena ogni minuto. Ciò rende difficile rintracciarlo e puntarlo. "Solo i più esperti astronomi dilettanti hanno buone probabilità di successo".A quelli che lo faranno, potrebbe venire un piccolo brivido quando osserveranno le immagini accorgendosi che in realtà quella distanza è veramente "a un pelo dalla Terra".Per ulteriori informazioni sul 2012 DA e altri asteroidi di interesse, visitare il sito della NASA Near-Earth Object Programma sito web: http://neo.jpl.nasa.gov

martedì 18 dicembre 2012

"Giove show" a Monteromano

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Visto che si parla tanto di asteroidi, la curiosità di metterci alla prova e inquadrarne uno era molto alta. Consultando su Antares Notizie l’elenco che Roberto è sempre pronto ad aggiornare, il più indicato era Toutatis poiché aveva il rapporto grandezza/distanza molto favorevole, di conseguenza sarebbe stato uno dei più visibili. Fondamentale era eseguire un ottimo puntamento per far trovare la ‘retta via’ al telescopio da 500 mm: Betelgeuse, stella alfa (nonostante non sia attualmente la più luminosa in quanto variabile) della costellazione di Orione si prestava all’utilizzo e, vederla ben ferma e scintillante a 180 ingrandimenti lasciava intuire che le condizioni meteo in alta quota erano molto buone.
Immediatamente abbiamo direzionato il ‘grande occhio’ su di lui...il RE’ Giove, distante circa 700 milioni di km dalla terra: ebbene, l’assoluto dominatore dei cieli invernali (boreali), si presentava a noi in grandissima forma, regalandoci stupefacenti bande (ben definite) che caratterizzano la sua atmosfera... ma poi... in pochi secondi io, Alfredo e Diletta ci siamo resi conto di una presenza importante sul pianeta: la Grande Macchia Rossa regnava sovrana …sulla vista gioviana... uno spettacolo nello spettacolo!!!

Ingrandendo l’immagine, con gli oculari a disposizione dell’osservatorio (40mm la misura migliore), la sostanza non cambiava, Giove si mostrava sempre fermo , nitido e definito fin nei dettagli . . . . mostrandosi in tutta la sua affascinante presenza.
È poi iniziata la ricerca dell’asteroide sopra citato con l’aiuto di Diletta e del planetario che forniva una preziosa informazione: le coordinate celesti con cui reperire Toutatis. Dopo vari “ma no, le coordinate sono quelle!” e “dai che forse ci siamo vicini!” il morale era decisamente vicino al pavimento… Come capire se in mezzo a quelle stelle di debole luminosità c’era un ‘corpo estraneo’? Dal momento che la sua distanza da noi è 7 milioni di km (ricordiamo che la Luna dista da noi circa 18 volte meno) lo si può vedere “correre” in mezzo al cielo stellato anche nel breve periodo, nel giro di 5-10 minuti.
Purtroppo a nulla è servito controllare nelle vicinanze del punto suggerito dal planetario per trovare l’estraneo. La ricerca infruttuosa è terminata con una domanda: lo abbiamo inquadrato ma non è stato visto? Può essere…

Per recuperare vigore, siamo tornati alla ricerca delle meraviglie che ci circondano…

Primo oggetto M42, la grande nebulosa di Orione, meta obbligata delle osservazioni invernali, si è mostrata portentosa al Cassegrain; questa configurazione telescopica ci ha proiettato nel cuore dei gas che la compongono, mostrandoci ben 6 (e dico 6!!) stelle del famoso “trapezio”, culla di stelle neonate.

Molto soddisfatti, decidiamo di cambiare configurazione al telescopio, al fine di privilegiare la visuale al deep sky e… cambiato lo specchio, ci “dirigiamo” incuriositi nuovamente su M42. Ebbene, l’estendersi “infinito” della nebulosa appariva spettacolare e suggestiva, mostrandosi a largo campo e con il trapezio (più una …) ben visibile.

Date le condizioni “particolari” del cielo, abbiamo osato puntare l’occhio del newton in direzione della nebulosa Fiamma o NGC2024 , da noi mai osservata…

Con grandissima sorpresa e meraviglia, essa appariva a noi, già nell’inquadratura “abbagliata” dalla luminosa e vicinissima (apparentemente) Alnitak, stella della famosa cintura di Orione. Flebile, ma visibile, mostrava il meglio una volta fatta ”uscire” Alnitak dall’inquadratura, per mostrarsi nelle sue caratteristiche forme , che ricordano appunto una fiamma, come da nome.

L’infinita nostra curiosità, ci ha portato sull’ammasso aperto NGC 2244, nel cuore della nebulosa Rosetta, mostrandoci un suggestivo “mucchietto” di stelle.

Non poteva mancare una visita guidata alla famosissima nebulosa del granchio, o M1, che in visuale non mostra il meglio di sè ma resta pur sempre meritevole di attenzioni.

Poi e’ stata la volta di M78 (nebulosa diffusa in Orione) a catturare le nostre attenzioni, ebbene, due batuffoli di ”nebbia grigiastra” hanno fatto capolino all’oculare.

Nonostante l’ora fosse tarda (vi sarebbe stata anche 1 ora di viaggio…), non potevamo lasciare l’osservatorio senza aver immortalato lo spettacolare Giove.
La ccd di Alfredo è stata posizionata al fuoco del Marcon in configurazione Cassegrain cosicchè il campo inquadrato era molto piccolo, circa 0,02°, in modo da vedere il gigante gassoso impressionare buona parte del fotogramma.

Dopo circa 4000 scatti, con vari tempi di esposizione e dopo aver visto le prime bozze di risultati, decidiamo che era giunto il momento di fare ritorno a casa…coperto il ‘mostro’ e fatto le ‘valigie’ ci incamminiamo tronfi ed euforici!

Di seguito alcune foto elaborate in modo più o meno spinto (dove i colori perdono veridicità) per far risaltare bande e macchie:

Nelle prime due foto potete notare lo spostamento della Grande Macchia Rossa.





Altre tre elaborazioni della stessa immagine:





In questa ultima foto, realizzata qualche settimana fa sempre in osservatorio ed elaborata nuovamente, si può notare la Grande Macchia Rossa in posizione decisamente differente rispetto alle foto precedenti e la presenza di una banda colorata in più, segno che il gigante di gas è costantemente in movimento!




 Questa immagine multipla è stata realizzata da Enrico Montanari e Roberto Baldini, per mettere a confronto vari tipi di elaborazione post cattura e far capire quanto si possa 'giocare con il pc' (passatemi il termine) per ottenere l'immagine migliore.



Alfredo, Matteo, Diletta

giovedì 13 settembre 2012

Giove : aggiornamento sulla collisione

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JUPITER e gli asteroidi: In tutto il mondo gli astronomi dilettanti si sono lanciati nella scansione del disco planetario di Giove alla ricerca di segni residui di un'esplosione testimoniata da Dan Peterson e George Hall il 10 settembre scorso. Fino ad ora lo strato di nubi è senza tracce. "Diversi osservatori hanno ottenuto eccellenti immagini delle rotazioni successive a quella dell'impatto e non vi è nulla di nuovo, né di caratteristico nel sito dell'impatto", scrive John H. Rogers, direttore della sezione Giove della British Astronomical Association:
La luce osservata è stata probabilmente causata da un piccolo asteroide o da una cometa che ha colpito Giove. A quanto pare, il pianeta gigante ha inghiottito e digerito rapidamente l'intruso senza registrare alterazioni della propria immagine. Quando frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 hanno colpito Giove nel 1994, ogni flash osservato dalla sonda Galileo della NASA ha prodotto una "contusione", un livido, una miscela torbida di polvere cometaria incenerita è andata a miscelarsi chimicamente nei gas gioviani in continua torsione e vorticoso movimento tra le nuvole. Nel luglio 2009, l'astrofilo Anthony Wesley aveva scoperto un'altro marchio simile che si pensò essere i detriti di un asteroide schiantatosi contro il pianeta. Ma allora, dove sono i detriti, i segni dell'impatto questa volta? Forse l'evento è stato piccolo, appena sufficiente per fare un flash, ma senza lasciare ulteriore traccia. In effetti, gli studi suggeriscono che Giove sia spesso colpito da asteroidi relativamente piccoli, di circa 10 metri. In tali casi è logico non attendersi segni evidenti. Quindi, per il momento, l'osservazione ritorna al normale monitoraggio.

martedì 11 settembre 2012

Un nuovo impatto su Giove

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Il 10 settembre alle 11:35 UTC, l'astrofilo americano Dan Petersen ha osservato visualmente un flash da Giove, con durata di circa due secondi, indice di un possibile impatto di cometa o asteroide con il pianeta (di solito è una cometa...). L'evento è stato poi confermato dalle riprese video di un altro astrofilo, George Hall (vedi foto).

Foto di George Hall

La zona dell'impatto, vicina all'equatore del pianeta, dovrebbe continuare a essere visibile nelle prossime ore, come lo fu nel famoso caso della cometa Shoemaker/Levy 9 nel 1994. Quindi, mano ai telescopi!

Altre informazioni:


domenica 1 aprile 2012

Asteroide sfiora la Terra il 1° Aprile

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FLYBY ASTEROID: L'asteroide 2012 Eg5, scoperto di recente nella fascia di oggetti più vicini alla Terra, passerà oggi circa a metà strada tra la Terra e la Luna.

Innanzitutto si precisa che non c'è nessun pericolo di una collisione.

Al massimo avvicinamento del 1 ° aprile, passerà a circa 230.000 chilometri dalla Terra. Questa mattina a Brisbane, Australia, astronomo dilettante Dennis Simmons ha fotografato l'asteroide in arrivo:


"Alla vigilia della Earth Hour, mentre la maggior parte dell'Australia dormiva, io ero solo nel mio giardino sul retro, alla ricerca di tracce del 2012 Eg5", dice Simmons. "Solo ma con il mio Celestron C9.25, il monitoraggio alla ricerca di 2012 Eg5 è stato lungo e sono riuscito a immortalarlo nel campo della fotocamera solo poche ore prima del suo passaggo ravvicinato. Quando l'orologio segnava il 1° aprile la magnitudine stimata è stata di 14,4 circa ed era impressionante quanto velocemente si percepiva l'avvicinamento alla Terra. Questa potrebbe sembrare una bufala, ma non è un pesce d'aprile! E' una cosa reale!"

venerdì 27 gennaio 2012

FLYBY con ASTEROIDE 2012 BX34

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FLYBY con ASTEROIDE: L'asteroide 2012 BX34, scoperto di recente, "sfiorerà" la Terra il 27 gennaio passando a soli 77 mila chilometri (0,2 distanze lunari) di distanza.
Non vi è alcun pericolo di una collisione con l'oggetto roccioso di circa 14 metri. Gli astrofili potrebbero essere in grado di osservare il flyby non appena l'asteroide raggiungerà magnitudine 14, poco prima del passaggio ravvicinato di Venerdì, previsto alle 15:30 UT.

[Orbita 3D] [effemeridi]

On
January 27, 2012 there were 1272
potentially hazardous asteroids.

Recent
& Upcoming Earth-asteroid encounters:

Asteroid
Date(UT)
Miss
Distance
Mag.
Size
2012 BS1
Jan 23
3.1 LD
--
10 m
2012 BY1
Jan 24
2 LD
--
30 m
1991 VK
Jan 25
25.3 LD
--
1.9 km
2012 BW13
Jan 26
1.7 LD
--
16 m
2012 BX34
Jan 27
0.2 LD
--
14 m
2012 BD14
Jan 30
5.8 LD
--
20 m
433 Eros
Jan 31
69.5 LD
--
8.5 km
2009 AV
Feb 16
44.9 LD
--
1.2 km
2000 ET70
Feb 19
17.7 LD
--
1.0 km
2011 CP4
Feb 23
9.1 LD
--
255 m
2008 EJ85
Mar 6
9.1 LD
--
44 m
1999 RD32
Mar 14
57.9 LD
--
2.3 km
2011 YU62
Mar 16
73.4 LD
--
1.3 km
1996 SK
Apr 18
67.2 LD
--
1.6 km
2007 HV4
Apr 19
4.8 LD
--
8 m